Il Festival della Mente e i suoi fantasmi: un viaggio nell’invisibile a Sarzana
Tra il 29 e il 31 agosto sono previste 50 voci e 34 appuntamenti per la 22a edizione. Sul palco Barbero e Jovanotti, Mannocchi, Nucci, Recalcati e tanti altri

Esiste un pregiudizio, antico quanto il pensiero, che ci porta a credere che ciò che non vediamo semplicemente non esiste. E se invece fosse proprio l’invisibile a dare forma al visibile? È da questa domanda che prende le mosse la 22a edizione del Festival della Mente a Sarzana, città candidata a Capitale Italiana della Cultura 2028. Un evento che, con oltre 50 voci e 34 appuntamenti, ci invita a compiere un gesto sovversivo e un atto di responsabilità: varcare quella soglia, infrangere il velo dell’abitudine e dell’indifferenza.
Menti che si plasmano, guerre senza soldati
Gli incontri del festival si interrogano su quanto poco conosciamo di ciò che esiste, ma non appare ai nostri occhi. Invisibili come i processi della nostra mente in quel “laboratorio” che, ogni giorno, si adatta e si plasma attraverso l’esperienza. Si parlerà di plasticità cerebrale con la neuroscienziata Michela Matteoli e del delicato confine tra narrazione e matematica con lo scrittore Marco Malvaldi.
Ma l’invisibile è anche un campo di battaglia. Mariarosaria Taddeo affronterà l’evoluzione delle nuove guerre cyber, combattute non sul campo ma tra i flussi di dati e i servizi online che sorreggono le nostre infrastrutture. Un conflitto senza soldati, dove il nemico mina l’essenza stessa della nostra vita digitale e ci impone di trovare un nuovo quadro etico per orientarci.
I segreti che la natura nasconde
La natura stessa è un palcoscenico per l’invisibile. Guido Tonelli ci svelerà perché il vuoto non è il nulla, ma uno stato brulicante di energia che custodisce l’origine dell’universo. Roberto Danovaro ci guiderà negli abissi marini, un luogo dove miliardi di organismi invisibili regolano il funzionamento del nostro pianeta. E con Marco Albino Ferrari, accompagnato da Francesco Zago, scopriremo la “montagna invisibile”, un modello di salvaguardia ambientale fatto di lavoro paziente, come quello di Betta che, con le sue mani, ripopola i versanti feriti dalla tempesta Vaia.
Storie di persone, miti e maestri
Il Festival della Mente, però, non dimentica l’invisibilità che riguarda le persone e le loro storie. Il professor Alessandro Barbero ci porterà nel Medioevo, per fare luce su donne che, nonostante fossero relegate alla sfera privata, ricoprivano un ruolo significativo nella società. La giornalista Francesca Mannocchi ci racconterà dei corpi invisibili, benché fotografati migliaia di volte, dei minori vittime di guerra a Gaza e in Cisgiordania, microstorie che ci invitano a non dimenticare. E, con Didier Fassin e Anne-Claire Defossez, si ascolteranno le voci dei migranti che affrontano le frontiere, lasciando orme invisibili su un territorio che è metafora di ogni confine.
Infine, il festival ci invita a un viaggio interiore, a riscoprire i maestri e la loro eredità. Matteo Nucci ci guiderà attraverso le tre età di Platone, il filosofo dell’invisibile, mentre Massimo Recalcati ci parlerà della trasmissione del sapere non come un semplice travaso di competenze, ma come una luce, un’onda, un fuoco che si accende tra maestro e discepolo. Il festival si chiuderà con un dialogo tra Lorenzo Jovanotti e Paolo Pecere, un’esplorazione delle molte vie sensoriali per ritrovare il senso di un’appartenenza alla natura invisibile di cui facciamo parte.
Il Festival della Mente è questo: un invito a guardare oltre, a dare un nome a ciò che non si vede e a capire che, come scriveva Conrad, la vera saggezza si trova proprio varcando quella soglia, perché è solo da lì che può scaturire la luce.
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