A Varese l’IA entra in classe: 1 studente su 5 la usa regolarmente

Secondo un’indagine Ipsos per l’Osservatorio Giovani, gli adolescenti di Varese, Como, Lecco e Monza usano sempre più l’intelligenza artificiale a scuola: l’91% ne è soddisfatto, ma il 69% chiede formazione e l’80% linee guida dai docenti

Intelligenza artificiale generiche

L’intelligenza artificiale (IA) non è più un fenomeno marginale tra i banchi di scuola nelle province del Nord Ovest della Lombardia. Secondo una nuova indagine Ipsos realizzata per l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, in collaborazione con Fondazione Cariplo, attraverso la metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interview), su un campione rappresentativo di 800 adolescenti italiani tra i 14 e i 19 anni, di cui 350 in Lombardia (27% provenienti da Como, Lecco, Monza e Varese), gli adolescenti sono già attivamente coinvolti nell’uso quotidiano di strumenti di IA generativa come supporto allo studio.

In queste province, infatti, circa uno studente su cinque utilizza regolarmente l’intelligenza artificiale per motivi scolastici, dato in linea con la media lombarda.

L’IA viene principalmente impiegata per facilitare la comprensione dei contenuti (57%, leggermente inferiore alla media lombarda del 61%) e una quota rilevante di studenti considera l’utilizzo legittimo per gestire periodi di studio intenso (65% rispetto al 56% del dato medio regionale). Il livello di soddisfazione complessivo è particolarmente elevato, arrivando al 91%,  (v/ l’86% del dato medio della Lombardia), con il 58% che si dichiara molto soddisfatto (+11% rispetto alla media regionale).

Il 69% degli studenti richiede una formazione adeguata sull’uso dell’IA, mentre l’80% vorrebbe che la propria scuola fornisse delle linee guida per un utilizzo corretto in ambito scolastico (+3% rispetto alla media regionale). Solo il 39% dichiara di avere un accordo chiaro con i docenti riguardo al suo utilizzo. Da evidenziare che, rispetto alla media regionale, gli studenti delle province di Como, Lecco, Monza e Varese hanno una maggiore libertà nell’impiego dell’IA a scuola: ben il 25% la utilizza liberamente in ambito scolastico (rispetto al 19% della media).

Il 62%, in linea con la media regionale, ne condanna l’uso non dichiarato. Il 51% degli studenti non avrebbe difficoltà a sospenderne l’utilizzo, se richiesto dagli insegnanti mentre il 56% (dati lievemente inferiori rispetto al 59% della media regionale) riconosce che un uso scorretto danneggia principalmente sé stessi. Inoltre, un adolescente su due fa uso dell’IA anche nella vita privata per svago e supporto emotivo.

“I risultati parlano chiaro: gli studenti e le studentesse usano già l’intelligenza artificiale con o senza regole condivise in classe. Ma lato insegnante c’è modo di dare trasparenza a ciò che viene prodotto con l’IA e di valorizzare il contributo autentico dei ragazzi? 
Serve un’alfabetizzazione digitale che aiuti a comprendere questi strumenti, a riconoscerne i limiti e a riflettere sul loro impatto etico – ha dichiarato Rosy Russo, presidente di Parole O_Stili –. Con Patti Chiari (un’attività da fare in classe con gli studenti e scaricabile gratuitamente) abbiamo voluto aprire uno spazio di dialogo, non per offrire risposte pronte, ma per costruirle insieme. Il nostro obiettivo è aiutare studenti e docenti a definire un patto condiviso sull’uso dell’intelligenza artificiale. Da appendere in classe. L’abbiamo sperimentato in alcune scuole pilota e ora ci auguriamo che sempre più insegnanti possano unirsi a questo percorso, perché educare all’IA significa educare al futuro, con consapevolezza e responsabilità.”

“I dati ci dicono che le adolescenti e gli adolescenti già la utilizzano ampiamente per le attività scolastiche di ogni tipo – ha commentato Fabio Introini, professore associato di Sociologia in Università Cattolica del Sacro Cuore, membro dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo –. In tale contesto è particolarmente significativo che un elevato numero di rispondenti affermi che sull’uso dell’IA non ci siano stati ancora discussioni o accordi tra loro e gli insegnanti sul suo corretto impiego. I nostri adolescenti dimostrano comunque di porsi entro un orizzonte di domande che sono anche etiche e chiedono punti di riferimento ai loro insegnanti e alla scuola. Certo l’IA a scuola complica notevolmente le cose sotto molti punti di vista in primis agli insegnanti – che non devono essere lasciati soli – ma è impossibile non accettarne la sfida. Che si può “vincere” se si pone questa tecnologia nel più ampio quadro di come le stesse forme di apprendimento delle nuove generazioni stiano già da tempo cambiando.”

I dati dell’Osservatorio Giovani saranno presentati in occasione della terza edizione di Parole a Scuola, in programma il 18 ottobre: una giornata di formazione gratuita dedicata a docenti, educatori, educatrici e famiglie, organizzata da Parole O_Stili, associazione impegnata dal 2017 nella promozione di una comunicazione non ostile, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto Giuseppe Toniolo.

Un momento di riflessione sul mondo dei giovani e degli studenti di oggi letti. Attraverso panel, lezioni per un totale di quaranta appuntamenti, si proporrà una riflessione critica sull’impatto dell’intelligenza artificiale nella didattica, sulla relazione scuola-famiglia, sull’uso consapevole dei social media e degli smartphone da parte dei minori e sull’importante tema dell’orientamento scolastico.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Ottobre 2025
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