Arcigay Varese contro l’emendamento Lega sulla scuola: “Un pericoloso passo indietro per i diritti dei giovani”
Arcigay Varese lancia l’allarme: "Negare l’educazione sessuale significa lasciare soli bambini e adolescenti in una società già piena di rischi e disinformazione"

Arcigay Varese esprime forte preoccupazione per l’emendamento presentato dalla Lega e approvato il 15 ottobre in Commissione Cultura della Camera, che introduce forti limitazioni ai percorsi scolastici sull’affettività e la sessualità. Il provvedimento, inserito nel disegno di legge Valditara, vieta ogni attività didattica sul tema nelle scuole dell’infanzia, primarie e medie, consentendola alle superiori solo con il consenso scritto delle famiglie.
«Non si tratta di ideologia, ma di salute pubblica»
Per l’associazione varesina si tratta di un’iniziativa che rischia di compromettere il lavoro svolto negli ultimi anni con oltre duemila studenti e studentesse della provincia, attraverso percorsi educativi realizzati in collaborazione con docenti, dirigenti scolastici e famiglie.
«Questa proposta rappresenta un pericoloso passo indietro per il nostro Paese – dichiara Giovanni Boschini, presidente di Arcigay Varese –. Non si tratta di ideologia o appartenenza politica, ma di salute pubblica, benessere e diritti delle persone più giovani. Educare al rispetto, al consenso e alla conoscenza del proprio corpo non significa fare politica: significa prevenire violenza, bullismo, disinformazione e sofferenza».
Un lavoro consolidato e mai contestato
Negli anni, Arcigay Varese ha strutturato percorsi condotti da psicologi, educatori ed esperti qualificati, sempre con il coinvolgimento attivo delle famiglie. In tutto questo tempo, sottolinea l’associazione, non si è mai verificata alcuna contestazione, a dimostrazione del valore costruttivo e condiviso dell’educazione affettiva.
«Limitare questi percorsi fino alla scuola media – aggiunge Boschini – significherebbe lasciare migliaia di bambini e preadolescenti senza strumenti fondamentali, proprio nel momento in cui iniziano a porsi domande su corpo, emozioni e relazioni».
Educazione come prevenzione, non come imposizione
Secondo Arcigay, una formazione seria e basata su evidenze scientifiche è oggi più necessaria che mai, anche alla luce dei frequenti casi di violenza, discriminazione e isolamento che coinvolgono giovani e adolescenti. Senza un’educazione strutturata, molti ragazzi rischiano di formarsi attraverso fonti non controllate come social network, pornografia e disinformazione.
«In Europa – ricorda l’associazione – programmi di educazione sessuale e affettiva sono già presenti a partire dalla primaria in Paesi come Francia, Germania, Olanda e Spagna. Solo l’Italia, insieme a Romania, Bulgaria e Polonia, non ha una strategia nazionale in materia, con gravi disparità sul territorio».
Il ruolo delle associazioni e delle famiglie
Oggi i percorsi educativi vengono attivati solo su base volontaria, grazie all’iniziativa di scuole, enti locali, consultori e associazioni. In questo contesto, Arcigay Varese ha costruito progetti insieme a insegnanti e famiglie, per colmare un vuoto educativo non ancora regolato dallo Stato.
Le principali organizzazioni internazionali — OMS, UNESCO, UNICEF — e ricerche scientifiche pubblicate su riviste come The Lancet Global Health dimostrano che i programmi educativi completi ritardano l’attività sessuale, riducono gravidanze indesiderate e infezioni, e promuovono relazioni più sane.
«Proteggere i giovani significa informarli»
«Proteggere davvero i giovani significa informarli, non censurarli – conclude Boschini –. Vietare questi percorsi significa lasciarli soli, quando invece la scuola dovrebbe essere il primo luogo in cui imparano a conoscersi, a rispettarsi e a rispettare gli altri».
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