Carlo Zanzi racconta Varese e l’amore che resiste al tempo: un romanzo di carne, coscienza e memoria
Questa sera alle 18, allo Spazio Libero di Materia di Castronno, lo scrittore presenta un romanzo che intreccia sentimenti, etica e radici affettive, con una città reale e simbolica che diventa protagonista.
Quello che Carlo Zanzi presenta oggi (inizio ore 18) al pubblico di Materia Spazio libero di Castronno è un romanzo che scava nei territori silenziosi dell’anima, là dove desiderio e responsabilità si incontrano e spesso si feriscono a vicenda.
Una storia che respira dentro Varese, città amata con senso di appartenenza, trasformata in bussola emotiva e teatro morale: piazza San Vittore, il corso Matteotti, il Molina, il Campo dei Fiori non sono semplici scenografie, ma luoghi che ascoltano e restituiscono il battito dei personaggi.
La storia vive attorno a tre figure cardine: un personaggio femminile giovane, inquieta e luminosa, che cerca una vita intera in un solo battito del cuore, un personaggio maschile giovane, idealista e sospeso tra regole e istinto, un personaggio maschile adulto, lucido e tormentato, che conosce la profondità della rinuncia.
Tra loro si forma un triangolo affettivo che prima di essere passione è conflitto interiore: il romanzo non giudica, racconta e osserva le relazioni. Non urla, ma sussurra con fermezza. Il desiderio è nominato, il corpo esiste, ma sempre attraversato da coscienza e conseguenze. Accanto alla giovinezza vibra la vecchiaia, ritratta con una crudezza pietosa e senza retorica, grazie alla figura di un anziano ospite del Molina.
La sua voce in prima persona riconduce il lettore alla realtà esistenziale con tutta la fragilità, dipendenza e umiliazione della sua condizione, ma anche una inattesa possibilità di redenzione, fatta di incontri minimi e gesti di cura. L’ingresso di due giovani volontari nella casa di riposo è una fenditura di luce: la vita non si divide in età, ma si consegna di mano in mano, come un testimone.
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