Caso Report, assolti a Varese Ranucci e Mottola per la diffamazione della figlia di Fontana
Il giudice monocratico esclude la rilevanza penale del servizio sul presunto conflitto di interessi. Ma la parte civile annuncia: 'Proseguiremo in sede civile'"

Il giudice Andrea Crema ha assolto i giornalisti Sigfrido Ranucci e Giorgio Mottola dall’accusa di diffamazione nei confronti di Maria Cristina Fontana, avvocato e figlia del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. La formula utilizzata è “perché il fatto non costituisce reato”, una sentenza che riconosce l’esistenza dei fatti contestati ma ne esclude la rilevanza penale.
La vicenda nasce da un servizio di Report andato in onda cinque anni fa, che sollevava un presunto conflitto di interessi legato agli incarichi professionali dell’avvocato Fontana durante la presidenza del padre in Regione Lombardia. Al centro delle contestazioni nel giorno delle richieste c’è stato soprattutto il trailer della puntata, rimasto pubblicato per anni sui canali Facebook di Rai, Report e dello stesso Ranucci, che secondo l’avvocato di parte civile creato un clamore ingiustificato attorno alla figura professionale dell’avvocato.
Il pubblico ministero Monica Crespi ha chiesto la condanna dei due giornalisti a una multa di 700 euro ciascuno, sostenendo che avessero travalicato il diritto di cronaca. Secondo l’accusa, Maria Cristina Fontana non era una figura pubblica di spicco e il servizio aveva creato un ingiustificato discredito professionale, trascinando la figlia in una vicenda che riguardava principalmente il padre.
Ancora più dura la posizione della parte civile, rappresentata dall’avvocato Fabio Schembri. Nella sua requisitoria aveva sottolineato come il servizio partisse da una premessa falsa: non c’era stata alcuna intensificazione degli incarichi dell’avvocato dopo l’elezione del padre, anzi i numeri dimostravano il contrario. Dai cinque incarichi del 2018 si era passati a tre nel 2019, fino ad azzerarsi completamente nel 2020. Dati che l’avvocato Fontana aveva presentato ai giornalisti e che erano stati omessi dalla trasmissione. La parte civile ha così chiesto una provvisionale di 30mila euro, in aggiunta alle richieste del PM.
La difesa, affidata all’avvocato Alessia Liistro dello studio Casellato, avvocati penalisti di Roma, ha invece sostenuto che l’intento dei giornalisti fosse esclusivamente informativo e che il servizio rientrasse pienamente nel diritto di cronaca e critica. L’avvocato ha precisato che il trailer contestato non faceva nemmeno parte del capo d’imputazione e che tutte le puntate di Report sono rivedibili su RaiPlay, sottolineando come fosse legittimo porsi il problema dell’esistenza o meno di un conflitto di interessi.

All’udienza era presente personalmente Maria Cristina Fontana, mentre i due giornalisti imputati erano assenti. Dopo la lettura della sentenza, l’avvocato Schembri ha commentato: “Sono stati assolti con una formula che esclude il reato ma non esclude il fatto, il che ci farà proseguire in sede civile”. Una precisazione significativa, perché questa formula assolutoria, a differenza di un “il fatto non sussiste”, lascia aperta la possibilità di ottenere un risarcimento danni davanti al giudice civile. La battaglia legale tra l’avvocato MariaCristina Fontana e la trasmissione di Rai Tre, dunque, non si chiude qui ma proseguirà con tutta probabilità in un’altra sede processuale.
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