La targa “rubata”, la presunta rapina alla gioielleria e i falsi poliziotti: truffatori in azione a Busto Arsizio
A lanciare l’allarme è Alessandra Ceccuzzi, titolare della nota gioielleria cittadina che porta il suo nome. I truffatori utilizzano proprio la scusa di una rapina alla Gioielleria Ceccuzzi per farsi aprire la porta dalle potenziali vittime
Nuovo tentativo di truffa a Busto Arsizio, dove negli ultimi giorni sono stati segnalati episodi sospetti legati a una finta rapina e a falsi controlli della polizia. A lanciare l’allarme è Alessandra Ceccuzzi, titolare della nota gioielleria cittadina che porta il suo nome.
La truffa: il finto controllo dopo una presunta rapina
Secondo quanto riferito, i truffatori agiscono telefonicamente, contattando le vittime e raccontando di una rapina avvenuta proprio la gioielleria Ceccuzzi. A quel punto i truffatori (che sono in possesso di dati personali della potenziale vittima come il numero di targa e la data di nascita) spacciandosi per poliziotti, sostengono che i rapinatori hanno usato una macchina con la targa intestata alla vittima, e per questo sarà mandato un incaricato della Questura per verificare se i gioielli presenti in casa non siano provento della rapina.
Se riescono ad entrare all’interno delle abitazioni, i truffatori agiscono rapidamente per appropriarsi di gioielli e beni preziosi.
Attenzione: dati personali già in possesso dei truffatori
L’elemento preoccupante è che i truffatori sono in possesso di informazioni personali, come appunto la data di nascita o l’intestatario del veicolo delle vittime. Questo dettaglio potrebbe rendere la messinscena ancora più credibile e ingannare anche i cittadini più attenti.
«Non aprite a nessuno. Non fate entrare nessuno in casa. In caso di dubbi, chiamate subito il numero unico di emergenza 112».
L’appello è rivolto soprattutto alle persone anziane e a chi vive da solo, bersagli privilegiati di questo genere di raggiri.
Le forze dell’ordine invitano i cittadini a non fidarsi di telefonate sospette e a verificare sempre l’identità di chi si presenta a domicilio. Nessun agente della Polizia di Stato o dell’Arma dei Carabinieri effettua controlli sugli oggetti in casa senza una regolare comunicazione e un mandato ufficiale.
Chiunque riceva una telefonata simile o noti comportamenti sospetti è invitato a segnalarli immediatamente alle autorità.
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