Ponti risponde alla mozione di sfiducia: “I canali istituzionali di Sesto Calende devono informare i cittadini”
Dopo le accuse del centrodestra sulla gestione della comunicazione comunale, l’assessore chiarisce la posizione dell’amministrazione: «Difendere la neutralità non significa chiudere spazi, ma garantire un’informazione corretta e trasparente». Entro il 2026 il rilancio del Periodico Comunale, che sarà rinnovato

«I canali istituzionali del Comune servono a informare i cittadini, non a ospitare dibattiti politici.». L’assessore alla comunicazione di Sesto Calende Michele Ponti respinge le accuse dopo la mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata da Fratelli d’Italia e Siamo Sestesi, che lo accusano di «gravi criticità nella gestione della comunicazione istituzionale», con tanto di richiesta da parte delle opposizioni di revoca della carica.
La mozione – come spiegato dai gruppi di minoranza del centrodestra – contesta la decisione di escludere le opposizioni dai canali ufficiali del Comune. Secondo i firmatari (Jole Sesia, Marco Colombo, Roberta Colombo, Mario Boatto e Marco Limbiati) tale scelta deriverebbe da un’«interpretazione errata» della normativa, in contrasto con quanto chiarito dall’AGCOM in una nota datata 30 settembre 2025.
Al centro della polemica sestese anche la sospensione del periodico comunale, informatore divenuto dal 2009 un semestrale cartaceo, che garantiva uno spazio alle minoranze. In tal senso, le opposizioni contestano inoltre l’impostazione “digitale” della comunicazione, ritenuta «non inclusiva» e meno accessibile per alcune fasce di cittadini.
“I canali della Città di Sesto Calende rispettano la normativa vigente”
Di seguito la replica integrale dell’assessore Michele Ponti:
«I canali istituzionali del Comune servono a informare i cittadini, non a ospitare dibattiti politici. Questo era ciò che chiedevano le minoranze: riconoscere ai gruppi consiliari di minoranza spazi dedicati sui canali istituzionali dell’Ente, sulla pagina Facebook, sul canale WhatsApp e sul sito della Città di Sesto Calende. Ma in particolare le pagine social sono, per loro natura, spazi dinamici e commentabili, e dunque incompatibili con la neutralità e l’imparzialità richieste dalla legge. Questi canali devono restare strumenti di servizio, non di confronto politico.
Le minoranze hanno poi presentato una mozione di sfiducia nei miei confronti, appellandosi a una risposta ricevuta da AGCOM il 30 settembre 2025, ma quella nota non riguarda affatto la comunicazione dei Comuni: si limita a ricordare che il divieto di propaganda previsto dall’articolo 9 della Legge 28/2000 vale solo nei periodi elettorali. Di errato, semmai, c’è solo la lettura fuorviante che ne ha dato la minoranza, cercando di attribuirle significati che non ha.
In assenza di cattive interpretazioni o pratiche non conformi alla legge, in questo anno ho lavorato per creare nuovi canali di informazione istituzionale oggettiva, a puro scopo informativo: il canale WhatsApp della Città, la pagina Facebook istituzionale e, portando avanti quanto già in atto, il sito comunale, che è stato rinnovato seguendo scrupolosamente le Linee guida AGID. I canali della Città di Sesto Calende sono quindi in linea con la normativa vigente e rispettano i principi di trasparenza, neutralità e imparzialità.
Come già precisato in Consiglio Comunale, sui canali del Comune non trovano spazio né i comunicati della maggioranza (Sesto Futura) né quelli della minoranza: vengono pubblicate esclusivamente comunicazioni ufficiali dell’Amministrazione. I gruppi consiliari comunicano in modo autonomo sui propri profili. Il canale istituzionale più adatto a questo scopo resterà il Periodico Comunale.
Nella sua forma precedente, il Periodico aveva costi significativi — circa 7.000 euro a edizione — e una distribuzione semestrale, che non rispondeva più alle esigenze di tempestività e partecipazione di oggi. Stiamo lavorando per rilanciarlo entro il 2026 in una versione più moderna, anche digitale, capace di aprirsi al contributo dei cittadini e di tutti i gruppi consiliari, restituendo alla città uno spazio di confronto pluralistico, trasparente e partecipativo, in linea con i tempi e con una comunicazione pubblica davvero al servizio della comunità. Difendere la neutralità dei canali istituzionali non significa chiudere spazi, ma garantire ai cittadini un’informazione corretta, equilibrata e rispettosa delle istituzioni».
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