Il silenzio della morte

Le parole di cordoglio scritte a Marta da don Marco per la morte di Gigi Bassani

Mia cara Marta,
è capitato. Non c’era nessun motivo oggettivo, che ne decretasse la scelta. Non c’era, e di questo per quanto lo conoscessi poco, mi pare poterlo affermare con sicurezza, nessun motivo soggettivo perché gli toccasse la sorte di essere sorpreso da una macabra falce. Eppure tutto è avvenuto in un istante, senza preavviso, senza neppure il sorriso del giusto che si abbandona, seppure contro la sua volontà, nelle bracca dell’ALTRO (che il suo nome sia benedetto) come dicono quei libri che per molti sono sante scritture, difficili forse quando si vuol cercarne il senso nascosto; semplici quando li si leggono con cuore da bambino: si nasce, si cresce e si muore. Perché si nasce lì e non là, perché si vive in un modo e non nel suo contrario, perché si muore a 20 o a 100 anni… questo non lo sa nessuno: per alcuni è un mistero, per altri un’assurdità, per i più (è solo una mia sensazione personale) è sufficiente fare uno scongiuro con più o meno convinzione per avere motivi di sperare una vita lunga e gioiosa.
Non voglio entrare nell’intimo del vostro cuore ("vi toglierò il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne" Geremia non parla di più cuori, ma di un solo cuore) non solo perché io non lo conosco, ma perché è di fatto inconoscibile. 
Anche voi, forse, non lo conoscevate se non quel poco che manifestava nel vissuto quotidiano, nell’inatteso rifiorire del reciproco amore, nell’aprirsi dello stesso sui figli, sugli amici e su tutti coloro che, come voi, credevano in un mondo migliore.
Certo il credente ha il libro della rivelazione, l’Apocalisse dove si parla di un mondo nuovo, di una città santa vestita da sposa, adorna per lo sposo, nella quale non vi sarà pianto, lutto, dolore e la morte sarà vinta per sempre.
Fede, utopia, allucinazioni: è certo che di questa città forse, ripeto forse, qualcuno ha colto i bagliori di fondamenta seminati nell’infinito, difficilmente riconducibili a questo progetto. La morte non per tutti forse è un duplice silenzio dell’uomo che ha chiuso gli occhi e di Dio che tarda ad aprirli.
Tu tieni aperti i tuoi occhi sui tuoi figli, e perché no? su noi tuoi amici…
penso di volerti bene
Marco D’elia

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Queste sono le commoventi parole che don Marco scrisse a Marta quasi undici anni fa, nel gennaio del 2001, dopo la morte del marito Gigi Bassani. Nel giorno del suo saluto ci fanno riflettere su quale possa essere il senso del "lasciare" questa nostra vita.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Gennaio 2012
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