Da tribunale a sala convegni, una storia secolare

La Sala Zappellini torna ad accogliere la biblioteca comunale, come già nel dopoguerra. Ma prima ancora da Palazzo Cicogna erano passati tutti gli uffici della città

zDal tribunale agli uffici comunali, dai musei alla biblioteca: nella sua lunga storia ne ha viste davvero tante Palazzo Marliani-Cicogna, un edificio per tutte le stagioni che solo negli ultimi anni è tornato a essere valorizzato per il suo valore artistico e architettonico, dopo aver svolto per decenni compiti esclusivamente funzionali. Il palazzo nacque come villa privata nel Seicento e tale restò per molti anni, nelle mani prima dei conti Marliani e poi dei conti Gambarana, fino a passare alla famiglia Cicogna Mozzoni che lo cedette all’amministrazione comunale. Divenuto di proprietà pubblica, l’edificio venne destinato agli usi più svariati: prima ospitò gli uffici comunali e distrettuali, poi il tribunale di Corte d’Assise – vista anche la contiguità con il carcere – e infine la biblioteca. Quest’ultima aveva sede nella Sala Zappellini, dedicata (come la via adiacente) ad Andrea Zappellini, il benefattore che nel 1853 consentì la nascita dell’Ospedale di San Giuseppe grazie a un lascito di 400mila lire dell’epoca: solo negli anni Settanta la sala fu restaurata e cambiò destinazione, diventando il punto di riferimento per conferenze ed eventi organizzati dall’amministrazione. Per due decenni fu questo il luogo deputato a tutte le presentazioni ufficiali, le feste, le attività socio-culturali della città. Ma poi, proprio mentre nasceva all’interno del palazzo il Museo Civico (le Civiche Raccolte d’Arte sono aperte al pubblico dal 1990), la Sala Zappellini cadeva in disuso, finendo per diventare un semplice magazzino, e anche l’area verde al suo esterno veniva abbandonata al degrado. Oggi si riparte: all’orizzonte l’ennesimo capitolo di una storia secolare.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Agosto 2011
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