La denuncia degli autisti: “Minacce e degrado”
Il quadro da incubo del trasporto pubblico cittadino: niente manutenzione, mezzi danneggiati, controlli inesistenti. E i cittadini rincarano la dose: “Orari e prezzi ingiusti”
In serata sarà senza dubbio migliorato l’umore dei dipendenti Stie, dopo l’accordo con il Comune che consentirà loro di conservare il posto di lavoro almeno fino a settembre. Ma nell’attesa dell’annuncio autisti e lavoratori, accorsi in massa a palazzo Gilardoni per protestare, non si sono certo risparmiati critiche e denunce. Se il comunicato diffuso dai sindacati (FILT-Cgil, FIT-Cisl, Uiltrasporti Lombardia, FAISA-Cisal e UGL) parlava di “assenza di disponibilità ad avviare un confronto” da parte dell’amministrazione comunale, dal vivo i dipendenti se la prendono anche con l’azienda: “Ci obbligano a uscire con i mezzi rotti – dice un autista che chiede di rimanere anonimo – e se ci rifiutiamo ci minacciano di lasciarsi a casa. Più di una volta siamo costretti a fare deviazioni dalla linea, passando da Busto Arsizio a Castellanza, e ovviamente i passeggeri se la prendono con noi; per chi si rifiuta, però, arrivano le sanzioni disciplinari, o addirittura il trasferimento a Legnano”. Le condizioni dei mezzi pubblici e del loro deposito sono un altro punto dolente: “Non c’è manutenzione, non ci sono sistemi di sicurezza, e ci sarebbe da chiedersi chi si occupa della revisione. Se segnalo un difetto su un mezzo – racconta un altro lavoratore – la volta successiva viene assegnato a un mio collega ignaro di tutto. Perché le forze dell’ordine non ci fermano per controllare la situazione in cui circoliamo? Il deposito, poi, è un’incubo: ci sono voragini ovunque, macchie d’olio e di benzina. Non abbiamo neppure un’auto funzionante, siamo costretti a smontare le gomme da un mezzo per metterle su un altro, come a Napoli durante l’emergenza rifiuti”. La causa di questo quadro da incubo? “La mancanza di introiti ci sta tenendo sulla corda da gennaio, ma la colpa è anche dall’azienda. Perché non si effettuano controlli sui viaggiatori, perché a
Busto non è mai esistita una controlleria? Il problema è tutto lì”. E la considerazione finale è molto amara: “La dirigenza sa che siamo qui a protestare, anche oggi ci stanno usando per ottenere il loro obiettivo”.
Insieme ai dipendenti Stie, a palazzo Gilardoni si sono riuniti anche una trentina di comuni cittadini, fra cui alcuni immigrati extracomunitari, tra i più assidui utenti dei mezzi pubblici. Anche in questo caso i commenti non sono affatto teneri: “Io l’abbonamento ce l’ho e l’ho pagato – dice Angela Foti – non è giusto che debba trovarmi in questa situazione. Ma negli ultimi anni hanno alzato i prezzi in modo inverosimile, fino a 180 euro per la prima fascia e 150 per la seconda, e capisco bene che la gente non paghi, visto che non ci sono controlli”. E la signora Filomena aggiunge: “Il servizio è davvero pessimo, con questi orari non serve a niente. Io abito a Sant’Anna, i pullman passano solo una volta all’ora e la domenica prima delle undici non si può muovere”.
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