“Un leghista non può votare chi insulta Umberto Bossi”
La Lega Nord parla del voto a Gallarate. E sono bordate contro il PdL: il segretario Stefano Candiani mostra un'intervista di Massimo Bossi e la lettera contro il senatur di Paolo Caravati e Aldo Simeoni
«Un leghista non può votare chi offende Umberto Bossi». Così il segretario provinciale della Lega Nord Stefano Candiani (a destra nella foto) dà l’ultima indicazione di voto per il ballottaggio su Gallarate. E a fugare i dubbi mostra un ritaglio di giornale, l‘articolo del Corriere della Sera in cui Massimo Bossi – il candidato del PdL – diceva del senatur «io ho lavorato nella vita, lui mai». Il Carroccio conferma formalmente la linea dell’equidistanza, della «libertà di voto secondo coscienza», come dice il segretario cittadino Giorgio Caielli. Ma le bordate contro il candidato del PdL sono ad alzo zero: «I leghisti fanno solo quel che dice Bossi Umberto, non Bossi Massimo» dice ancora Candiani, che è fiducioso che i gallaratesi, «saggi» abbiano già recepito il messaggio nel mese passato di campagna elettorale.
Il passaggio dell’intervista a Massimo Bossi non è l’unico motivo che ha fatto infuriare (ancora di più) i padani. Ricordano ad esempio la lettera degli esponenti del PdL Paolo Caravati e Aldo Simeoni, in cui si diceva che le cose dette dal senatur su Gallarate erano «balle». Candiani dice di aver scritto al segretario provinciale del PdL Rienzo Azzi, il 9 maggio scorso, perché chiedesse scusa di quelle espressioni: «Non ho mai avuto risposta, me la sarei aspettata». Tanto più che «noi mai abbiamo offeso Silvio Berlusconi».
Detta così, sembra solo una questione personale tra il PdL gallaratese e Umberto Bossi. E invece la base leghista scalpita, ricorda i toni degli anni passati, si allinea alla posizione della civica filoleghista "Gallarate onesta" che si è spesa direttamente a sostegno del candidato del centrosinistra Edoardo Guenzani. Cose che non si dimenticano da un giorno all’altro. «Hanno fatto i manifesti sui 200mila euro alle parrocchie» incalza Candiani. «Ma la migliore beneficenza è quella fatta in silenzio, non sbandierata». Se già la civica filoleghista "Gallarate onesta" si è spesa per il candidato del centrosinistra Edoardo Guenzani, non bastano evidentemente gli appelli dell’ultima ora del PdL, quell’appoggio leghista rivendicato in queste ore dai dirigenti del PdL persino su Facebook, non basterebbero forse neppure i manifesti di scuse che pure Candiani chiederebbe. Solo scuse e non posti: «La Lega non è in vendita per il vicesindaco o per un posto di Amsc, anche se queste proposte ci sono state fatte». Il carroccio finirebbe in ogni caso all’opposizione, sia con la vittoria di Massimo Bossi sia nel caso di affermazione di Edoardo Guenzani. «E non farà sconti a nessuno».
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