“Banche, finanziate gli extracomunitari che lavorano”
E' l'appello del presidente della Fimaa Confcommercio, associazione di categoria degli Agenti Immobiliari. Che considera gli extracomunitari a Varese un valore, che la crisi ha fatto disperdere
«I ceti meno abbienti hanno problemi sia dal lato della locazione sia sul fronte dei mutui. Ma non finanziare i meno abbienti significa bloccare una filiera immobiliare: chi cambia immobile di solito lo fa per migliorare, e ne dismette perciò un altro di minor valore, che può interessare a chi ha meno disponibilità». A considerare meno abbienti, e in particolare le famiglie straniere al seguito di chi si è trasferito in italia a lavorare, un valore per il mercato immobiliare non è un responsabile delle Acli o dell’ufficio immigrati: è il presidente della federazione agenti immobiliari Fimaa – Confcommercio, Santino Taverna. Che ha molte cose da dire su questo argomento.
«Nel momento in cui, per esempio, non si finanzia l’extracomunitario, si crea una situazione più difficile nel comparto immobiliare. Uno dei principali ostacoli è per esempio dato da quel limite dell’80 per cento di valore dell’immobile erogabile con un mutuo, che finisce per costringere famiglie ad accettare delle rate di locazione maggiori di una rata di mutuo, solo perchè non possiedono quel 20% iniziale, e nessuno dà loro fiducia per la totalità».
Un controsenso, che se fosse risolto potrebbe sbloccare da solo il mercato immobiliare: «Nel periodo di boom del mercato immobiliare – il 2006, picco massimo delle compravendite in provincia – il 12% era di natura extracomunitaria, ora non siamo oltre il 2%. Si dice che agli extracomunitari “piace” l’affitto, ma in realtà è una scelta obbligata la loro. Mentre invece, laddove ci sono delle persone solvibili e una busta paga in grado di fronteggiare un mutuo, è profondamente sbagliato obbligare alla locazione queste famiglie senza capitalizzare i risparmi».
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