I cedri abbattuti si trasformano in sculture di legno coi personaggi di Antonio Rubino
I personaggi degli affreschi della sala Alba di Villa Gonzaga, realizzate nel '38 dal grande illustratore del Corriere dei Piccoli, diventeranno statue di legno permanenti vicino al parco ex-Opai

Grazie a una generosa donazione di Natan Colombo, nipote di Vittorio Lazzarotto – appassionato benefattore di attività sociali e culturali e del patrimonio artistico e storico della comunità – tre cedri posizionati sul limitare del parco ex Opai, abbattuti nei mesi scorsi per ragioni di sicurezza, troveranno nuova vita dopo aver fatto ombra sugli olgiatesi per quasi un secolo.
Le mani di sapienti artigiani del legno li trasformeranno in altrettante sculture a rappresentare tre personaggi che nel lontano 1938 il famoso illustratore Antonio Rubino dipinse sulle pareti di sala Alba, a quel tempo refettorio dell’Opai, il primo preventorio antitubercolare infantile italiano (www.opai.it).

Così Pinocchio, Il gatto con gli Stivali e Cappuccetto rosso rivivranno nel legno di quelle imponenti piante che hanno accompagnato la vita degli olgiatesi per quasi un secolo. Il sindaco Giovanni Montano tiene a sottolineare che la sua amministrazione «ha dovuto a malincuore procedere al taglio di quei magnifici cedri che delimitavano il parco ma che secondo le perizie tecniche potevano rappresentare un pericolo per la cittadinanza: oggi però l’arte lenisce il dolore e ridarà nuova vita a queste piante».
«Con questo contributo voglio celebrare la memora di mio zio Vittorio – dice Natan Colombo – che nella sua vita tanto si è speso per l’infanzia attraverso il suo impegno nel patronato scolastico e nella gestione dell’Opai. Le sculture lingnee permetteranno ai bambini che ci passeranno accanto di vivere momenti di spensieratezza e allegria, in particolare in questo periodo purtroppo segnato dalla pandemia».
«Una metamorfosi creativa – aggiunge l’assessore Leonardo Richiusa – che risponde a una duplice funzione: da una parte le sculture nei tronchi offriranno una nuova esistenza a piante che non ci sono più; dall’altra renderanno ancora più gradevole l’area verde del parco OPAI. Un modo per trasformare una ferita in un’opportunità. A volte basta poco».
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