Fu accusato dalla figlia di violenza sessuale, papà assolto: “Non smetterò di volerle bene”
La vicenda si è svolta nel Saronnese e l'uomo è stato allontanato da casa per anni. La sentenza di primo grado lo assolve da tutte le accuse avanzate dalla figlia

Dopo tre anni di calvario giudiziario, lontano dalla sua famiglia, il 44enne Gianluca R. è stato assolto dal Tribunale di Busto Arsizio dall’accusa di violenza sessuale su minore nei confronti della figlia, diciassettenne all’epoca della denuncia. Il pm aveva chiesto una pena di 8 anni di carcere.
La ragazza, a seguito di un attacco di panico che si verificò a scuola, raccontò alla psicologa dell’istituto che frequentava degli abusi sessuali che avrebbe subito dal padre sin da quando aveva 11 anni. Da quella rivelazione scattò la segnalazione alle forze dell’ordine della zona del Saronnese che avviarono l’indagine che portò all’arresto dell’uomo.
Per l’imputato, assolto ieri dal collegio giudicante di Busto Arsizio presieduto dal giudice Cristina Ceffa (Giulia Pulcina e Veronica Giacoia a latere), fu l’inizio di un lungo calvario giudiziario, difeso dall’avvocato Pierpaolo Livio del foro di Como.
Gianluca, grande lavoratore e padre di una famiglia composta da una moglie e 4 figlie, è potuto finalmente tornare alla sua vecchia vita, con l’intenzione di ricucire il rapporto anche con la figlia che lo ha accusato. Troppe le incongruenze tra il racconto della ragazza dei vari episodi e le testimonianze di amici e parenti che collocavano lei o il padre in luoghi diversi rispetto a quanto raccontato dalla giovane.
La chiave di volta della vicenda processuale, però, sarebbe stata la testimonianza di un amico della ragazza che ha raccontato di essere stato minacciato dal fidanzato della stessa affinchè testimoniasse a favore dell’amica e contro il padre. Un atteggiamento, quello del fidanzato, che ha fatto emergere l’instabilità psicologica di entrambi.
Il commento dell’avvocato Pierpaolo Livio: «E’ stato un grande trionfo della Giustizia per il quale ringrazio il Tribunale che ha permesso, attraverso l’ammissione di una articolata istruttoria, di accertare la verità dei fatti e riabilitare il nome di tutti gli attori di questa vicenda, salvaguardando nel contempo la dignità della persona offesa: una ragazza che spero, ora, come auspicato anche dal Prof. Adolfo Francia, mio eccezionale consulente, venga aiutata a superare la patologia che l’ha condotta a denunciare infondatamente il padre». Secondo la perizia di parte, infatti, la ragazza soffrirebbe di un disturbo della personalità.
Anche lo stesso Gianluca R. ha voluto esternare le sue emozioni al termine dell’udienza: «Voglio dimenticare presto il dolore di questi ultimi 3 anni, nei quali sono stato costretto a vivere lontano da chi amo. Tornare subito a vivere con mia moglie e le mie figlie che mi hanno sempre creduto, così come mi hanno sempre creduto tutti i miei parenti più vicini. Ora il mio impegno di padre, però, deve andare anche in favore di questa figlia che mi ha denunciato e che, comunque, non ho mai smesso di amare, affinchè superi i problemi che l’hanno portata a riferire tante falsità sul conto mio e di mia moglie».
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