La comunità islamica ritorna ad Arnate per il ramadan
Confermata per il terzo anno di fila la disponibilità della parrocchia ad utilizzare gli spazi del vecchio oratorio. Don Carnevali: "Per la comunità cristiana non ci sono problemi"
La comunità islamica tornerà anche quest’anno ad Arnate: il parroco del rione don Adriano ha confermato la disponibilità ad accogliere i fedeli di Allah nello spazio dell’ex oratorio, ormai inutilizzato, dietro la chiesa dei Santi Nazario e Celso. Come negli ultimi tre anni, la comunità pregherà qui, all’interno di una tensostruttura (nella foto quella allestita due anni fa) durante il ramadan, il periodo di digiuno e penitenza che cambia ogni anno data (secondo i calcoli del calendario islamico) e che quest’anno cade proprio nel cuore di agosto. La comunità rappresentata da Hamid Khartaoui ha fatto anche una comunicazione alle autorità di pubblica sicurezza e alla Polizia Locale, per evitare disagi e forse anche per prudenza, visto il clima non proprio disteso che si è respirato in passato.
La decisione della parrocchia ha suscitato anche qualche malumore in alcuni residenti, che lamentano lo scarso coinvolgimento del rione, mentre tra i parrocchiani non mancano le voci ottimiste, come già negli anni passati. «Tre anni fa don Adriano ed io – risponde il decano della città, don Franco Carnevali – avevamo spiegato e deciso insieme al consiglio pastorale, espressione della comunità cristiana. Anche durante la visita pastorale ci siamo confrontati, ma non sono emersi problemi particolari». Al più qualche preoccupazione sul via vai di auto in orario serale. Anche se stamattina, in piazza Zaro, qualcuno commentava che in fin dei conti la presenza della comunità islamica significa anche qualche pattuglia dei vigili in più a vigilare sugli schiamazzi…
Di certo, però, la soluzione è ancora provvisoria, come provvisoria è la preghiera del venerdì celebrata in un centro sportivo affittato dalla comunità islamica. Ogni anno si ripropone la questione. Ed ogni anno rimane senza risposta, con la comunità cristiana che leva le castagne dal fuoco che rischia di divampare. Tanto che anche il prevosto, nell’omelia di sabato per la festa di San Cristoforo, ha dovuto sollevare la questione ancora una volta, chiedendosi quando la città penserà ad una collocazione dei luoghi di culto non cristiani. Quello islamico e non solo, vista ad esempio la grande presenza di induisti.
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