È uscito dal coma uno dei due ragazzi intossicati dal monossido a Brenta
Permangono ancora gravi le condizioni del più giovane dei due giovani finiti all’ospedale. L'operaio, 24 anni, è al Niguarda di Milano

«Sì, siamo felicissimi, sappiamo che ha aperto gli occhi, ha parlato ed è cosciente». A raccontare sono i colleghi del ragazzo di 27 anni di origini senegalesi che cinque giorni fa a Brenta assieme ad un amico finì in ospedale per una grave inalazione di monossido di carbonio che ha messo in serissimo pericolo la vita di entrambi. Non si è trattato, secondo i carabinieri che hanno effettuato i primi rilievi, di un difetto ad una caldaia bensì di un braciere lasciato acceso e portato all’interno dell’abitazione di via Garibaldi, in una corte del centro storico. Non è escluso che le braci di legna fossero servite la sera prima per cuocere della carne.
Sta di fatto che quella mattina del 29 settembre furono proprio i colleghi, preoccupati per la puntualità sempre mantenuta dal giovane immigrato di 27 anni impiegato in un supermercato della zona, a dare l’allarme. Prima venne avvisato un vicino di casa, che trovò chiusa la porta dell’abitazione dove abitano anche altri giovani: nessun rumore dall’interno. Un fatto strano che mise ancora di più in allarme i colleghi che allora attivarono un conoscente, che una volta aperta la porta ha avvertito subito il 112. Sul posto arrivano carabinieri, vigili del fuoco e soccorso sanitario, con ben due elicotteri.
Uno dei due pazienti, di 24 anni è finito in ospedale al Niguarda e l’altro, di 27, al Policlinico di Zingonia, in provincia di Bergamo, dove le sue condizioni sono migliorate, tanto da essere al momento fuori pericolo. L’altro ferito rimane invece stabile ma ancora in rianimazione a Milano dopo le prime cure in camera iperbarica ricevute nell’immediatezza dei fatti.
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