Inaugurata a Cremenaga la panchina rossa in ricordo di Stefania Pivetta e Giulia Maja
Uccise da Alessandro Maja (marito e padre) lo scorso 4 maggio a Samarate. Presenti all'inaugurazione Nicolò, il figlio sopravvissuto, Ines e Giulio Pivetta
E’ stata inaugurata oggi nel cortile davanti al comune di Cremenaga una panchina rossa in ricordo di Stefania Pivetta e Giulia Maja, uccise da Alessandro Maja (marito e padre) lo scorso 4 maggio a Samarate. Una tragedia che ha riempito di dolore intere comunità, anche quella di Cremenaga che, con il supporto dell’associazione Anemos Lombardia, ha voluto porgere una “mano di vicinanza” a Nicolò, il figlio sopravvissuto alla strage, e ai suoi nonni, Ines e Giulio Pivetta, presenti all’inaugurazione.
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«In rappresentanza del comune di Comune di Cremenaga ho il piacere di ospitare sul nostro territorio comunale questa panchina, simbolo di presenza e sensibilità verso un tema a noi caro da anni – ha esordito all’attenzione dei presenti il vicesindaco Alberto Grandi -. La speranza è che questa panchina rossa, con la sua stessa presenza, possa sensibilizzare e indirizzare gli individui che ne avessero bisogno verso un primo passo coraggioso nel denunciare e informarsi al meglio per superare una realtà difficile inerente alla violenza di genere o allo stalking. Il tema è molto delicato – ha aggiunto Grandi – e, a volte, troppo silenzioso, proprio per questa ragione il nostro comune vuole essere in prima linea affinché la serenità e la speranza possano sempre prevalere nella vita dei cittadini che hanno vissuto momenti difficili. Un auspicio importante affinché, con la giusta informazione, si possa combattere e superare questa importante piaga sociale. Un grazie speciale anche all’associazione Anemos che è impegnata in prima linea nella sensibilizzazione su questo tema».

«Vorrei ricordare a tutti – ha detto Anna Marsella, presidentessa di Anemos Lombardia – che il 25 novembre è tutti i giorni e che le donne hanno bisogno di essere aiutate e protette tutti i giorni. Solo così possiamo potremo evitare tragedie come queste. Questa panchina – ha continuato Marsella – è dedicata a due persone speciali, ma anche a tutte quelle donne che non ci sono più. Ringrazio Nicolò e la famiglia Pivetta per essere qui, e ringrazio anche le forze dell’ordine che devono continuare a darci certezza del fatto che non siamo sole, che possiamo denunciare. È inutile aggiungere altre parole», «perché purtroppo non ce ne sono» ha concluso la nonna di Nicolò, la madre di Stefania, Ines Pivetta. E poi più nessuna parola, solo sentiti “grazie” per quel gesto, per quella panchina. Ma il dolore, che per un attimo infinito si è scorso negli occhi di Nicolò, è servito più di mille discorsi a far capire che «la violenza non è mai amore» ha aggiunto Annamaria Chiesa dell’associazione Anemos.
«Oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un pensiero che deve essere condiviso da tutti. Non può bastare solo una giornata per ricordare questi eventi drammatici – ha concluso Annamaria -. C’è bisogno di agire, ogni giorno per sconfiggere questa piaga dilagante. Molti passi sono stati fatti in termini di diritti e sensibilizzazione per riportare l’attenzione sulla violenza in generale: sia fisica, psicologica, sia economica da parte di uomini che spesso si credeva di amare, magari anche di cambiare. E mentre si confondevano i sentimenti, ci si dimenticava che amare significa anche scegliere in libertà. La violenza non è forza, ma debolezza e chi ama non alza le mani ma ti prende per mano».
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