“Da sempre le culture si mescolano perché gli uomini camminano”

Abbiamo chiesto a Marco Aime, docente di antropologia culturale presso l’Università di Genova ed esperto in tematiche di razzismo, di spiegarci perché c’è questa nuova ondata di xenofobia

In conseguenza dei fatti di Rosarno, l’Osservatore Romano dice che «gli italiani sono ancora razzisti». Il ministro degli esteri egiziano parla di campagna di aggressione contro gli immigrati e le minoranze musulmane ed arabe e chiede al nostro governo «misure necessarie per la loro protezione». Per continuare con le notizie, per la prima volta, a marzo, gli extracomunitari potrebbero scioperare. Abbiamo chiesto al professor Marco Aime, docente di antropologia culturale presso l’Università di Genova ed esperto in tematiche di razzismo, di spiegarci perché c’è questa nuova ondata di razzismo.
«Si pensava che il concetto di razza e le teorie razziste fossero qualcosa del passato. Invece, quanto sta accadendo in questi giorni, ci dice che la nozione di razza continua a pervadere il pensiero di molta gente» dice il professor Marco Aime.
La crisi economica mondiale ha portato a profonde lacerazioni sociali e allo sviluppo dell’individualismo. Le differenze fra i paesi più sviluppati e quelli che lo sono meno, sono diventate di più e più evidenti. L’individualismo, ci ha fatto dimenticare che «se si vuole creare una società, ci vuole la capacità di stabilire relazioni con gli altri, compresi i "diversi da noi"».
C’è un documento degli Stati Uniti, che risale al 1912, che riguarda noi italiani. Il professor Aime ce lo ricorda così: «Quando ho trovato quel documento dell’ispettorato del lavoro americano, sono rimasto colpito. Parlando di noi italiani, quel documento dice: sono piccoli, sporchi, malvestiti; hanno tanti figli; vivono in tanti in un appartamento; puzzano; sono inclini a delinquere… Sembra quasi di leggere alcuni articoli di oggi, che compaiono su alcuni nostri giornali».
La cultura è avanzata rapidamente e, soprattutto in quest’ultimo secolo, si è diffusa velocemente creando un positivo scambio fra popolazioni. «La ricchezza della cultura è dovuta proprio al continuo interscambio fra le culture».
Eppure, dice il professor Aime, «siamo in un’epoca in cui lo straniero è diventato per forza il cattivo, il negativo, il portatore di tutti i mali. Se noi guardiamo la storia, non sempre l’altro è portatore di cose negative. L’altro è anche portatore di novità, di cose interessanti. Si fa un gran parlare di radici culturali, etniche. Ma, in realtà, gli uomini hanno i piedi: si sono sempre mossi» e le culture, le razze, si sono sempre mescolate fra loro. Il professor Aime pone una riflessione: «si vede sempre l’ultima parte del fenomeno “immigrazione”, ma quanti, in realtà, discutono sulle sue “cause”? Dice Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, nel suo libro “Ero straniero e mi avete ospitato”: “la storia ci insegna che quasi mai il pane va verso i poveri. Quasi sempre i poveri vanno verso il pane”».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Gennaio 2010
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