Uccise di botte un connazionale, condannato a dieci anni
Questa la pena che la Corte d'Assise ha inflitto a Nikolin Ndoj per la morte di Alex Koka, il cui cadavere fu scaricato nei boschi di Caronno Pertusella la notte dell'8 febbraio 2003
Dieci anni di carcere ed espulsione dal territorio nazionale a pena scontata: questa la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Assise di Busto Arsizio, presieduta dal giudice Luisa Bovitutti, nei confronti dell’albanese Nikolin Ndoj, accusato di aver preso parte al brutale omicidio di Alex Koka. Anch’egli albanese, Koka fu ritrovato cadavere nel territorio di Caronno Pertusella: era stato massacrato di botte da più persone in un distributore di Bollate, nell’hinterland milanese, la notte dell’8 febbraio 2003, sembra per una vendetta. Morto poco dopo per le conseguenze dell’aggressione, era stato scaricato nei boschi di Caronno.
Dopo una lunga latitanza, Nikolin Ndoj, riconosciuto come uno dei partecipanti al delitto, era stato assicurato alla giustizia verso la fine del 2007 e rinviato a giudizio lo scorso dicembre.
Il pm Luca Gaglio aveva chiesto per l’albanese trent’anni di carcere. La corte ha valutato la sussistenza delle accuse in relazione ai fatti, ma le ha derubricate a omicidio preterintenzionale: da qui la pena di ridotta entità. A questo punto la parola passa ai ricorsi in appello: quello prevedibile della difesa, e quello eventuale da parte della Procura.
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