Canepari: “Confrontiamoci nelle aziende con i lavoratori e facciamoli esprimere”
Il segretario generale della Fiom Cgil interviene sul contratto separato firmato da Fim Cisl e Uilm
Il segretario generale della Fiom Cgil , Maurizio Canepari (foto), interviene sul contratto separato firmato da Fim Cisl e Uilm
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Sul giudizio di merito che Mario Ballante esprime a proposito del contratto nazionale appena firmato da Fim e Uilm non ci soffermiamo più di tanto. E’ evidente che i giudizi sono differenti: la Fiom non l’ha firmato perché non ne condivide i contenuti.
Siamo convinti di avere ragioni molto forti, perché non firmare un contratto nazionale significa assumersi una responsabilità pari se non superiore a firmarlo. Ma su questo non entriamo nel merito, almeno in questa sede.
È un argomento su cui bisogna confrontarsi ognuno dalle proprie posizioni; l’opinione di Ballante, per cui il contratto firmato è il ”migliore possibile” e “ha solo componenti positive” e con un aumento “superiore a tutti gli altri che l’hanno preceduto” e quindi non va votato dai lavoratori, è rispettabile in quanto tale ma del tutto discutibile. A meno che non si pensi che i lavoratori possono esprimersi solo quando la Fim Cisl ritiene che gli accordi non siano soddisfacenti. Ma sarebbe un po’ una forzatura, ci pare.
Per ora vorremmo porre a Ballante, ed in particolare all’organizzazione che rappresenta, una questione centrale di rapporti tra le organizzazioni sindacali e tra queste e i lavoratori.
Se sono così convinti di aver realizzato il miglior accordo possibile, Fim e Uilm dovrebbero essere disponibili a confrontarsi con noi a viso aperto, nelle assemblee all’interno delle aziende, insieme ai lavoratori. Fim e Uilm sono disponibili a fare questo? Sono disponibili a dare la possibilità ai lavoratori di capire quello che è successo (anche perché Fim e Uilm chiedono il versamento di 30 euro di quota contratto ai non iscritti al loro sindacato)?
Inoltre, a meno che non si pensi a un sindacato che si muove indipendentemente dalle persone che rappresenta, bisognerebbe sapere dai lavoratori cosa pensano di questo accordo. Anche in questo caso, se Fim e Uilm ritengono di aver fatto un contratto così buono, sono disponibili a far votare le persone che lavorano sull’accordo da loro sottoscritto? Perché non ci hanno ancora risposto chiaramente sulla possibilità di far votare i lavoratori? Tra l’altro, il voto dei lavoratori potrebbe mettere d’accordo le organizzazioni sindacali che si sono divise nella valutazione del contratto.
A queste due domande precise bisognerebbe rispondere. Perché se si pensa di firmare quel che si vuole, senza confrontarsi nelle aziende e senza dare la possibilità ai lavoratori di decidere, come sarebbe se Fim e Uilm rispondessero negativamente alle nostre domande, diventa difficile pensare di avere interlocuzioni produttive quando, come Balante e Hassan hanno fatto, si propone di avere rapporti unitari a livello provinciale.
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