Mirabelli dà lezioni a Bossi

Il consigliere comunale del Pd prende posizione sulla proposta del Senatur in merito all'inno nazionale

Il consigliere comunale Fabrizio Mirabelli interviene sulla proposta di Umberto Bossi di cambiare l’inno nazionale. 
"Il fatto che ministri e parlamentari della Repubblica italiana, lautamente pagati da tutti i cittadini italiani, continuino ad interpretare l’Inno nazionale, anzi a maltrattarlo, fraintendendo un passo della prima strofa (sono cinque), solo allo scopo di sostenere l’idea federalista, che ormai condividiamo in molti in Italia e per l’affermazione della quale ci sono ben altri validi argomenti che non quello dell’Italia «schiava» di Roma, sinceramente dispiace.
Invitiamo, pertanto, lorsignori a leggere ed analizzare il testo, dal punto di vista sintattico e grammaticale, là dove è scritto «… Dov’è la Vittoria? / Le porga la chioma, / chè schiava di Roma / Iddio la creò».
Risulta evidente che la Vittoria è scritta con la lettera maiuscola essendo considerata una dea che, come da antica tradizione, porge la chioma (il capo) davanti al vincitore, che nella citazione storica è Roma con le sue virtù guerriere.
Ora vediamo i due pronomi: il primo «Le» è riferito all’Italia, nominata nel verso precedente alla quale la Vittoria deve inchinarsi; il secondo pronome «la» è riferito alla Vittoria, da secoli schiava della «virtus» guerriera romana. Il «chè», con l’accento, non è pronome relativo (sta per perché), ma semplicemente una congiunzione causale che ci permette di capire il senso del testo così: la Vittoria si prostri all’Italia, perché Dio la (la Vittoria) creò schiava di Roma.
Pertanto, a rigor di logica e coerenza poetica, l’Italia, dopo essersi cinta il capo dell’elmo di Scipione (l’Africano, vincitore di Annibale Cartaginese a Zama), eroico condottiero romano, con ridestato orgoglio, diventi l’erede di Roma guerriera e sempre vittoriosa.
Speriamo che quanto spiegato sopra sia sufficiente per una giusta comprensione da parte di tutti, nonché del recidivo Bossi, che invitiamo cordialmente a chiedere lumi a sua moglie che, da preparata maestra qual è, lo consiglierà senz’altro a desistere, se non vuol essere… bocciato in sintassi della lingua italiana.
Al signor ministro consigliamo di trovare altri argomenti per fare dimenticare la complicità della Lega nel disegno di ripristinare la Cassa per il Mezzogiorno, con una dotazione di 4 miliardi di euro.
Meraviglia tuttavia il silenzio con cui le dichiarazioni del leader della Lega sono state accolte dalla dirigenza provinciale del PDL che non ha sentito il dovere di chiarire, a beneficio di tutti, il significato del testo dell’inno".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Agosto 2009
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