Droga e videogame violenti, i ragazzi “fuori” di Varese
Gli aggressori, Jacopo e Andrea, amavano la playstation, l'hashish e il coltello. Dean invece era sensibile e a scuola lo ricordano tutti
Andrea Bacchetta (foto sopra) aveva 50 grammi di hashish in casa. Jacopo Merani (foto sotto) ne aveva 10. Entrambi con piccoli precedenti di droga. Ma chi sono i due presunti assassini? Jacopo Merani ha 20 anni. Amico di Andrea, secondo gli inquirenti aveva del risentimento per Dean: «Io avevo sentito che gli doveva 40 euro» dice Denis, il fratello del ragazzo morto ammazzato. Al bar di Giubiano, dove i ragazzi sono stati lunedì sera, prima di caricare in macchina Dean e ammazzarlo a tradimento nel parcheggio delle Bustecche, dicono. «Erano sempre insieme, noi li prendevano in giro dicendo che sembravano sposati». I ragazzi che parlano in piazza a Bobbiate, poco lontano dalla casa della vittima, sono sconvolti. «Dean era un tipo socievole – dicono – una volta era sempre in giro con Andrea, che era il suo migliore amico, poi avevano un po’ litigato, ma in questo periodo si vedavano ancora, certo che li conoscevamo, erano ragazzi di strada, che girano per Varese. La nostra città – raccontano i ragazzi – è come una paese, e se stai in giro conosci tutti».
Nella villetta dell’orrore, in via Duno, suoniamo al campanello della signora Patrizia, la mamma di Jacopo Merani: «Non possiamo dire niente, l’autorità giudiziaria ci ha detto di non rispondere» dice una ragazza. È una bella villa, con il prato e l’orto. «So che Jacopo aveva lavorato come commesso, al Gs, per un periodo di tempo limitato» dice una vicina di casa.Davanti alla casa di Dean, a Bobbiate, invece, si ricordano tutti dell’amicizia tra la vittima e uno dei suoi carnefici: «Andrea Bacchetta era il suo migliore amico – dice ancora il fratello Denis – dividevano il panino insieme mentre lavoravano».
Tra i particolari che hanno colpito gli inquirenti e che hanno sequestrato, ci sono alcuni giochi violenti per la playstation, videogame estremi e con immagini crude. «Ci ha colpito come rispondeva, sembrava parlasse di un gioco, ma con toni assurdi» racconta uno degli inquirenti.
L’ultimo ritratto è invece dedicato alla vittima. Lo traccia una delle mamme della terza media che frequentò Dean: Bianca Massari: «Era entrato come ripetente in seconda media – spiega – aveva sforato per poche ore l’orario consentito di assenze, aveva già passato i 16 anni, e già lavorava. A noi era molto dispiaciuto che non avesse potuto concludere. Era appassionato di disegno, gli insegnanti gli facevano fare le cartine geografiche delle nazioni, ed era molto dotato; lo ricordiamo intelligente ma molto sensibile, e credo che questo fosse il suo punto debole».TAG ARTICOLO
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