Bresciani: “Il sistema sanitario varesino buono ma migliorabile”
Tiepida la risposta della provincia all'invito del Pirellone per un confronto nei campi socio-sanitarii. Assente anche Boscagli, assessore alla Famiglia. Il Pronto soccorso? Per l'assessore e "un paziente ancora in osservazione".
La sala era quella importante e capiente delle Ville Ponti. L’evento, in effetti, meritava: il sistema socio-sanitario regionale veniva a interrogare il territorio per condividere linee programmatiche e capirne le criticità.
Sul palcoscenico, schierati, tutti i maggiori referenti della sanità pubblica lombarda e varesina ad iniziare dall’assessore regionale Luciano Bresciani, per passare ai direttori generali dell’Asl Pierluigi Zeli, dell’azienda ospedaliera varesina, Walter Bergamaschi, di quella di Gallarate Armando Gozzini e del direttore di Busto Pietro Zoia
Mancava, in verità, il secondo attore principale, l’assessore regionale alla famiglia e Solidarietà sociale Giulio Boscagli che aveva un altro impegn ed è stato sostituito dal dirigente Rosella Petrali.
Nonostante l’invito fosse stato mandato a tappeto a sindaci, rappresentanti istituzionali, esponenti del volontariato, sindacati, ha raggiunto le Ville Ponti un centinaio di persone, tra cui molti medici e operatori sanitari.

Con oltre mezz’ora di ritardo sul cronogramma, la seduta è entrata nel vivo con le relazioni dei direttori ospedalieri che hanno spiegato in breve i punti di forza e le sinergie avviate in provincia nel campo della sanità, in ottemperanza al modello sostenuto da Bresciani della coralità e della rete. Il dottor Zeli, dell’Asl, ha dettagliato la voce “risorse” provinciale evidenziando un incremento costante del budget socio-sanitario a disposizione della provincia varesina, attestatosi nel 2009 a 1.098.891 milioni di euro.
Dal pubblico sono giunte le sollecitazioni a considerare di più l’assistenza in chiave pediatrica da parte del Comitato Tutela bambino in ospedale, piuttosto che l’attenzione alle problematiche della psichiatria e dell’assistenza alle cronicità da parte del consigliere Giuseppe Adamoli o l’eccessiva complessità dei percorsi per ottenere gli ausili nelle RSA ( residenze per gli anziani).
L’assessore Bresciani, pur convinto dell’eccellenza del sistema lombardo e della sua capacità di attuare un modello sostenibile nel confronto con lo Stato in tempi di risorse scarse, ha giudicato più che soddisfacente, anche se perfettibile, il modello di assistenza varesino, dotato di ospedali in grado di fornire adeguate risposte nel limite delle competenze di ciascuno. Ha giudicato il pronto soccorso varesino “un paziente monitorato su cui si sta intervenendo gradualmente” e l’ospedale di Cuasso un presidio che avrà una sua funzione per i prossimi cinque anni ( poi non si sa…). Ha parlato della possibilità di introdurre una terza figura di raccordo tra i medici di base e il pronto soccorso dedicato alle cronicità.
«E proprio davanti ad un modello messo sempre in crisi dalla sua sostenibilità – ha rivelato Bresciani – ci stiamo ingegnando in campo “aziendale” avviando collaborazioni con paesi del terzo mondo dove esportiamo tecnologie e know how, per esempio in Sud America o in Africa o Medio Oriente. Il nostro obiettivo, inoltre, è anche quello di avviare sinergie con le regioni più attive a livello europeo per costruire un sistema più efficiente».
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