Pandemia silente: l’antibiotico resistenza sotto la lente dell’Insubria, «Osservati speciali anche laghi e acque reflue»
Il convegno rientra nella settimana promossa dall’Oms per sensibilizzare sull’uso corretto degli antibiotici e affrontare un fenomeno che riguarda tanto gli ospedali, quanto l'ambiente e la società
L’antibiotico resistenza è un problema sempre più difficile da ignorare e riguarda non solo gli ospedali, ma anche l’ambiente e l’intera società a livello mondiale, tanto che gli esperti l’hanno battezzata “pandemia silente“. L’abuso di questi farmaci favorisce lo sviluppo di batteri in grado di resistere alle terapie comuni, aprendo la strada a nuovi rischi per la salute di tutti.
L’utilizzo consapevole di antibiotici è stato proprio l’argomento al centro del convegno organizzato a Varese dall’Università degli Studi dell’Insubria giovedì 20 novembre, in occasione della Settimana mondiale per la consapevolezza sull’uso degli antibiotici dell’Organizzazione mondiale della Sanità.
«L’antibiotico resistenza – ha spiegato Flavia Marinelli, direttrice del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Insubria – nasce nel momento in cui vengono selezionati patogeni resistenti ai comuni trattamenti antibiotici. Questo porta nel tempo a un problema grave: i medici non hanno più a disposizione strumenti efficaci per combattere le infezioni».
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Un problema che non riguarda solo gli ospedali
Un problema diffuso soprattutto negli ospedali, ma l’Università dell’Insubria studia il fenomeno sotto un’ottica più ampia, quella del modello “One Health”, che analizza le relazioni tra salute umana, animale e ambientale.
«Oggi – ha aggiunto Marinelli – sappiamo che l’antibiotico resistenza va affrontata come un fenomeno globale. Significa che non va studiata solo negli ospedali, ma anche nelle acque reflue, nei laghi, nell’ambiente in generale, dove circolano geni e batteri resistenti. Serve un approccio integrato per controllare il fenomeno».
Il ruolo della scuola nella prevenzione
Una giornata pensata anche per sensibilizzare le giovani generazioni. «È molto importante – ha sottolineato la direttrice – che oggi siano presenti anche le scuole superiori della provincia. La formazione è fondamentale per promuovere un uso consapevole degli antibiotici e per contenere la diffusione della resistenza».
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