Rimossi i tavolini del bar Loca Ubriaca, lo ha deciso il Tar
La sentenza del 24 luglio ha dato ragione al ricorso della farmacia Bregonzio contro il comune che aveva concesso l'uso di suolo pubblico
Il comune di Varese ha fatto rimuovere i tavolini all’aperto, in piazza Carducci, di un noto bar, la Loca Ubriaca. In pieno agosto, la misura è stata accolta con molto stupore dalla clientela e a Varese, cipressi a parte, il tema sta facendo discutere. I tavolini erano troppo vicini alla farmacia Bregonzio di piazza Carducci. Il negozio ha fatto causa al comune, che aveva concesso l’autorizzazione all’occupazione di suolo, e ha vinto. Il provvedimento comunale con cui è stata revocata la concessione all’uso di suolo pubblico nasce da una sentenza del tar del 24 luglio. La potete leggere qui integrale.
I giudici non hanno lasciato dubbi. In sintesi l’autorizzazione, secondo il tar, non era a norma; in secondo luogo è stato leso il diritto della farmacia di utilizzare lo spazio antistante a fini commerciali: in terza battuta gli ombrelloni avrebbero nascosto alla vista l’insegna della farmacia.
Sul primo punto il Tar scrive. «Il ricorso è manifestamente fondato con riferimento al profilo della ravvisata carenza di istruttoria, in relazione alla dedotta violazione dell’art. 14 del Regolamento di Polizia urbana del comune convenuto». Sul secondo e terzo punto i tre giudici argomentano così: «Dalla relazione redatta dal comune resistente in esito al sopralluogo ordinato dalla Sezione è, infatti, emerso che non vi è possibilità materiale, nello spazio antistante alla farmacia, di effettuare eventuali esposizioni a fini commerciali (al di là dell’assentibilità o meno, in concreto, delle successive richieste di autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico) e che l’insegna è parzialmente occultata da una non corretta collocazione della vista attrezzatura (in particolare, posizionamento di una certa tipologia di ombrelloni) da parte della società controinteressata, in mancanza di idonee prescrizioni sul punto nel provvedimento autorizzatorio». Il proprietario della farmacia Federico Bregonzio taglia corto: «Non faccio commenti, basta leggere la sentenza per farsi un’idea».
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