“Non abbiamo più licenze per il trasporto sull’Isolino”

Una vicenda dai risvolti burocratici paradossali per i collegamenti con il bene Unesco. Il comune aveva solo due permessi, e dice di non avere la possibilità di chiederne altri alla Provincia. Tutto bloccato

Non ci sono più licenze disponibili per un traghetto che trasporti passeggeri tra Biandronno e l’Isolino Virginia (nella foto). Il comune di Biandronno ne ha solo due ed entrambe sono state assegnate alla famiglia Longo, i gestori del ristorante che però non effettuano più il servizio da quando il locale è stato chiuso ed è iniziata una lite giudiziaria con il comune di Varese che non aveva voluto rinnovare il bando per la gestione dell’unica attività economica dell’isolotto. Più si indaga in questa vicenda, e più vengono fuori un sacco di particolari curiosi legati al pazzo mondo della burocrazia italiana.

L’ISOLA DELL’UNESCO E’ ISOLATA

Il comune rivierasco, infatti, dispone solo di due licenze per le barche a motore con il conducente e il trasporto persone poiché si tratta di attività contingentate tra i comuni del lago. Secondo quanto ci hanno spiegato questa mattina, per chiederne una terza, gli uffici di Biandronno dovrebbero fare richiesta motivata alla Provincia che in ultima analisi è l’ente che stabilisce e regola la navigazione delle barche a motore sul lago di Varese. L’ufficio competente di Biandronno ritiene però che non vi siano i presupposti per chiedere un’altra licenza. E perché? Il motivo è semplice. «Antonio Longo era titolare di due licenze – ci spiegano dal comune – una era legata alla necessità di raggiungere il ristorante, la seconda era legata alla necessità di raggiungere il museo dell’isolino. Poco prima del suo decesso, ci ha chiesto di spostare le licenze ai due figli che hanno anche loro la patente per condurre le barche di servizio taxi in regime di noleggio con conducente. Il servizio è quindi rimasto a loro. Ora, a che pro dovremmo chiedere alla Provincia una terza licenza?».

NON CI SONO LE PROVE CHE IL SERVIZIO SIA FERMO
A questo punto chi conosce la vicenda avrà già trovato la risposta. Se il servizio non funziona, allora va cambiato. Ma la situazione paradossale è che finora nessuno ha segnalato al comune il disservizio. La domanda che rivolgiamo al comune di Biandronno è infatti questa: ma se gli attuali gestori non effettuano più il trasporto, l’amministrazione non può fare nulla? «Quel servizio è svolto con licenza rilasciata dal comune e quindi va comunque effettuato – ci rispondono – se qualcuno ci segnalasse il disservizio potremmo uscire a fare dei controlli, ma nessuno ci ha mai rivolto, finora, una domanda scritta segnalandoci il problema. In teoria dovrebbe accadere che un cittadino, giunto al pontile, chiami i titolari della licenza e si senta rispondere che non lo trasporteranno, ma non è mai accaduto». Il servizio in effetti non è un trasporto di linea ma un taxi, dunque dovrebbe essere effettuato a chiamata. A tutti risulta che i titolari delle uniche licenze disponibili per effettuare l’attracco a Biandronno non stiano più effettuando il servizio ma nessuno lo ha detto in carta bollata al comune di Biandronno che dunque è formalmente ignaro della faccenda.

«Confermo che non abbiamo più licenze disponibili – chiosa il sindaco del piccolo comune, Sandra Scorletti – ma ora ci attiveremo, iniziando a ispezionare il pontile».
Un bel pasticcio.  Se a questo ci aggiungete che si tratta di un’attività che ha più costi che ricavi, o ancora che non tutti al mondo hanno le patenti taxi nautiche e una barca disponibile…beh, che dire, viene una grande nostalgia delle piroghe del 4mila avanti cristo, quando i palafitticoli sapevano, loro sì,  come gestire il trasporto, anche senza licenza.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Luglio 2014
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