Il garofano dei certosini
Alla scoperta della natura in provincia di Varese grazie al nostro lettore Teresio Colombo

Il giorno 18 giugno, decido di fare un giro al M. Tre Croci, unica cima, del gruppo normalmente indicato ”Campo dei fiori”, che si trovi nel Comune di Varese. Parto dal sentiero antistante la pensione Irma e proseguo sino alla ex colonia alpina da decenni abbandonata e lasciando che le intemperie facessero tutto il possibile per distruggere un bene, di alta utilità sociale costato denaro e sacrifici dei nostri ascendenti e che politici, hanno coscientemente deciso di sacrificare per favorire soluzioni più redditizie anche e non utilizzabili dai meno abbienti. Superata la ex colonia alpina e la chiesa coeva, ma in buono stato di manutenzione ci si ritrova all’imbocco della scalinata che conduce alle 3 Croci subito un gruppo di Borracina cinerea (1) (Sedum dasyphyllum), una crassulacea abbastanza comune sui muri e le rocce ben esposti ai raggi del sole; nelle vicinanze una pianta di Verbasco nero (2) (Verbascum nigrum) una Scrofulariacea abbastanza comune, non lontano vedo un gruppo di Geranio sanguigno (3) (Geranium sanguineum) una geraniacea comune che sovente si ritrova in gruppi numerosi, arrivati in prossimità delle Croci osserviamo il prato sottostante ed il panorama che risulta limitato dalle nebbie di afa e sono attratto dalla fioritura del Garofano dei Certosini (4) (Dianthus carthusianorum) una Cariofillacea molto comune nei nostri prati a tutte le altezze e la cui fioritura i protrae fino a settembre, anche se più raramente capita di vederlo con tanti fiori aperti come in questo caso.
Decido di proseguire arrivando alla prima cima dove, tra l’altro, vedo un ammasso che presenta le caratteristiche del fungo (5),nelle vicinanze un gruppo di fiori gialli che riconosco essere del Citiso scuro (6) (Cytisus nigricans) una leguminosa scarsamente presente nel parco; sono così arrivato all’ultima sella , prima della caserma dove il Laserpizio sermontano (7,8) (Laserpitium siler) una ombrellifera comune oltre gli 800m. ancora un breve ma ripido tratto di salita e ci si trova a ridosso della recinzione della caserma dove un bel Cardo dentellato (9) (Carduus defloratus) è in giusta posizione per essere fotografato, poco più avanti, assolutamente inaspettata, una bella Manina rosea (10) (Gymnadenia conopsea) che è una orchidea molto profumata; sono stanco mia moglie è già sull’asfalto quando intravvedo sul bordo del sentiero due esemplari di Pedicolare a spiga breve (11) (Pedicularis rostrato-capitata) che decido di fermarmi a fotografare. Il giorno 19 con mia moglie decidiamo di verificare la situazione dei lamponi ed ci rechiamo a Velate nel prato oltre l’ospedale e abbiamo modo di constatare che solo un paio stanno maturando e non vi è traccia per grandi raccolti in compenso una Scrofularia alata (12) (Scrophularia umbrosa) è fotografabile, anche la Cremesina uva turca(13) (Phytolacca esculenta) motra i suoi fiori bianchi.
Il 22 mi reco in villa Cagnola alla Rasa di buon ora tanto che il cancello è ancora chiuso ma è possibile parcheggiare nel prato successivo alla villa e da qui risalire lungo un sentiero che conduce al pianoro sopra la villa la prima cosa che trovo da fotografare è il fiore di un Rovo biancheggiante (14) (Rubu montanus) e, poco più avanti una Erba di S. Giovanni(15) (Hypericum montanum) riconoscibile dalle rade foglie opposte, superato il pianoro utilizzando una vecchia scalinata, ripristinata recentemente e quasi completamente prendo la deviazione per la statua dato che l’esposizione è la più adatta per la vegetazione estiva infatti ritrovo sulla roccia di sinistra un Camedrio comune (16) (Teucrium chamaedrys) pianta con piccole foglie ovali, irregolarmente dentellate, il fiore di colore rosa + privo del labbro superiore; proseguendo incontro un gruppo di fiori di Trifoglio incarnato (17) (Trifolium incarnatum) ormai piuttosto raro a vedersi nei nostri prati e vicino una Prunella comune(18) (Prunella vulgaris) una Labiata molto comune in tutto il territorio del parco, appena la salita si fa più ripida mi ritrovo una pianta di Acanto (19,20)(Acantus mollis) che è originaria di climi più caldi ma è stata immessa in questo parco sin dal 1927 e si è poi riprodotta spontaneamente e quindi può considerarsi naturalizzata e, in ogni caso, farne la sua conoscenza non può che essere positivo per la nostra cultura, sulla salita vedo un gruppo di Borracina annua (21) (Sedum annuum), più avantisi ritrova una abbondante estensione di Erba di S. Giovanni a calice persistente (22) (Hypericum calycinum) anche questa pianta, originaria dell’Asia minore, si può considerare naturalizzata; sono così arrivato al sentiero che mi riporta a basso.
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