“Su Sea Handling abbiamo guadagnato tempo ma i problemi restano”
I sindacati: "dobbiamo fin da subito chiedere che il Governo intervenga nei confronti della UE affinché si determini un cambiamento di atteggiamento e si adotti una soluzione alternativa"
Il Cda di Sea Handling ha deciso l’approvazione del bilancio 2012 senza l’appostamento dei 360 milioni interessi definiti dalla decisione della Commissione Europea, i sindacati ora spiegano: "immaginiamo che gli Amministratori abbiano compiuto una scelta fondata sulla base di complesse valutazioni legali. Sappiamo per certo che la sentenza del TAR, sulla base del ricorso presentato dal Comune di Milano e sostenuto da Cgil Cisl e Uil di Milano, ha assunto un valore decisivo".
Rocco Ungaro segretario generale della Filt Lombardia spiega in una nota: ”Oggi si compie un passo importante che evita, almeno per qualche tempo, il fallimento dell’azienda e l’ingenerarsi di una situazione drammatica per i lavoratori di tutta la Sea. È stato raggiunto un primo importante risultato perché la proprietà, primo fra tutti il Comune, la Società e le OO.SS. confederali hanno messo al centro l’obbiettivo di evitare la liquidazione di Sea Handling. Per quanto ci riguarda siamo soddisfatti di aver dato il nostro contribuito assieme a Fit e Uilt, non solo attraverso il ricorso al TAR ma anche e soprattutto con un lungo lavoro di diplomazia che ci ha portato in tutti i luoghi e tutte le sedi utili per spiegare la situazione, chiedere interventi e provare a rimettere assieme, attorno a tavoli sindacali, soggetti che non dialogavano più. Una strategia per sua natura più discreta e sotto traccia e per questo più attaccabile da chi immagina che per risolvere i problemi servono i watt e non i neuroni.”
“Ora si apre uno scenario diverso, che ci lascia più tempo, nella consapevolezza però che la situazione rimane complessa e difficile” – così Stefano Malorgio Segretario generale della Filt Milano – “Il Bilancio 2012 di Sea Handling analogamente a quello del 2011 è in perdita, questo significa che bisognerà necessariamente procedere, nel bilancio 2013, ad una ricapitalizzazione che dovrebbe essere autorizzata dalla Commissione Europea, la quale nel frattempo non ha cambiato di una virgola le sue rigide posizioni ”
“Questo significa” – conclude il sindacalista – “ che rischiamo di trovarci ancora tra meno di un anno in una condizione difficilissima derivante dall’impossibilità di ricapitalizzare. Senza dimenticare il rischio connesso ad un esito negativo del ricorso che Stato, Comune e Sea hanno presentato nei confronti del provvedimento europeo”
“Per questo motivo” – riprende Ungaro – “Dobbiamo fin da subito chiedere che il Governo intervenga nei confronti della UE affinché si determini un cambiamento di atteggiamento e si adotti una soluzione alternativa che tuteli le dimensioni industriali della Azienda e una buona e piena occupazione nel perimetro di Sea”.
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