Lo sciopero paralizza Fedex a Malpensa
Alta l'adesione contro il piano dell'azienda che licenzia 361 persone in tutta Italia, cancellati i voli in arrivo. Il grosso della protesta ora va a Peschiera
Gazebo per ripararsi dal sole, bandiere e panini al salame. A mezzogiorno, sul piazzale all’ingresso di Cargo City Sud, a Malpensa, è il momento del “cambio turno” per i lavoratori di Fedex. Che – per la seconda volta in una settimana – sono in sciopero e presidio (per due giorni) di fronte ai capannoni dell’hub della multinazionale, per protestare contro i 361 licenziamenti annunciati dall’azienda.
«Qui molti non sono neanche iscritti al sindacato, ma ci siamo mossi subito tutti» spiega un lavoratore il cui posto oggi non è a rischio. A Malpensa il piano di esuberi riguarda solo la filiale territoriale provinciale (34 posti di lavoro) ma la mobilitazione è di tutti: un centinaio i presenti a presidiare l’ingresso e assicurarsi che non entrino camion.
Sulla lunga bretella d’accesso sono una decina i camion fermi. «Ma di fatto è già tutto fermo, hanno già cancellato i voli» spiegano i lavoratori. Per operai e impiegati il nuovo sciopero significa due giorni in meno di stipendio, da aggiungere a quello di settimana scorsa, ma per l’azienda significa un blocco di tre giorni nell’arco di una settimana.
L’obbiettivo è chiaro: dicono no in toto al piano di 361 licenziamenti, tra Fedex e la controllata Tnt. «È l’unico segnale che possiamo dare all’azienda» spiega Grazia Gelosi della UilTrasporti. «Non è solo una vertenza per 361 posti, ma un progetto di esternalizzazione selvaggia». La preoccupazione che serpeggia tra i lavoratori – già espressa nei giorni scorsi – è che il piano di chiusura delle filiali sia solo un primo passo e che le esternalizzazioni siano in futuro estese.
FedEx bloccata per un giorno. “È un’azienda sana ma licenzia per subappaltare”
I sindacati chiedono «il ritiro dei licenziamenti» come precondizione per tornare a trattare. «Siamo coscienti che quando due multinazionali si uniscono ci sono sovrapposizioni e può essere necessario un riordino, ma non possiamo accettare i licenziamenti. Però per noi è chiara una cosa: la parte sana dell’azienda va ampliata, non la parte malata». Vale a dire: si deve prendere come riferimento il modello fin qui adottato da Fedex, basato sul lavoro diretto, e non quello di Tnt, che invece appaltava una parte della filiera logistica.
Come si diceva, a Malpensa l’attività era di fatto già bloccata dallo stop ai voli e quindi il presidio è stato più “leggero” di quello di settimana scorsa (anche lo schieramento di polizia è stato ridotto al minimo), il grosso dei lavoratori si è concentrato invece a Peschiera Borromeo, il centro operativo di Tnt dove invece c’era maggiore operatività. Settimana prossima sono previsti due incontri con la proprietà e un nuovo tentativo di conciliazione al Ministero dello Sviluppo Economico.
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