Il caso del carcere di Busto arriva sul tavolo della Commissione Europea
Lara Comi ha presentato un'interrogazione per chiedere a Bruxelles di aiutare sui rimpatri dei condannati e di sostenere il personale della polizia penitenziaria

Torna a farsi sentire in Europa il carcere di Busto Arsizio. Questa volta però non c’entra il tribunale che nel 2013 condannò per trattamento inumano la struttura di via per Cassano, c’entra la Commissione Europea. Dopo la rivolta che ha mandato all’ospedale 8 agenti e il sopralluogo di qualche giorno fa, l’eurodeputata Lara Comi ha infatti deciso di riaccendere i riflettori europei sul caso.
«Bruxelles si faccia parte attiva per vigilare sul rispetto degli accordi bilaterali e per dare strumenti agli Stati membri per migliorare le condizioni carcerarie, in particolare degli agenti» ha detto Lara Comi che ha inserito in un’interrogazione quanto emerso dal suo incontro con il direttore Orazio Sorrentini e con una delegazione degli agenti di polizia penitenziaria per parlare della rivolta che si è verificata nella struttura.
Nell’interrogazione l’europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del Gruppo PPE chiede in primis alla Commissione «in che modo l’Italia può trasferire i detenuti non italiani nei rispettivi Stati d’origine, tenendo conto che molto spesso gli accordi multi e bilaterali tra diversi Paesi vengono disattesi». La seconda domanda alla Commissione è «come, sul piano tecnico ed economico, intende sostenere gli Stati membri nel miglioramento delle condizioni carcerarie, soprattutto della polizia penitenziaria e dei funzionari?». Tra l’altro l’eurodeputata assicura come analoghi quesiti verranno presto sottoposti anche all’attenzione delle istituzioni italiane con il supporto dei parlamentari di Forza Italia.
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