Altre 18 condanne per la vicenda dei matrimoni combinati
Si chiude il primo grado di un altro troncone della vicenda giudiziaria che ha fatto emergere decine di matrimoni di convenienza tra marocchini e italiane. Una sessantina i condannati

Si è chiusa con una sentenza arrivata in serata il processo per 18 persone imputate per immigrazione clandestina e traffico di stupefacenti. Secondo il collegio giudicante del Tribunale di Busto Arsizio presieduto dal giudice Rossella Ferrazzi, sono tutti responsabili dell’organizzazione di matrimoni combinati tra marocchini e italiani con l’unico intento di far ottenere il permesso di soggiorno ai primi e un compenso in danaro per le spose.
Sono stati condannati tutti e tre i fratelli Marraki a pene superiori ai 7 anni (con multe tra i 30 e i 40 mila euro) i tre fratelli marocchini considerati i capi dell’organizzazione che procurava donne italiane con problemi economici disposte a sposare uomini marocchini che avevano bisogno di un permesso di soggiorno. Pene attorno ai 16 mesi per le spose e 8 mesi ai testimoni di nozze. Assolto un giovane dal reato di spaccio per insufficienza di prove.
Il gruppo faceva parte della corposa indagine condotta dal pubblico ministero Francesca Parola nel 2015 e denominata “Wedding planner”. Insieme ai Carabinieri di Busto Arsizio, infatti, fece emergere una vera e propria organizzazione tra Italia e Marocco che pensava a tutto: dai documenti agli abiti, dal ristorante agli invitati, oltre a gestire le somme di danaro corrisposte dagli sposi e in parte girate alle spose. Diverse decine le finte nozze ricostruite, molte delle quali si sono svolte proprio in Comune a Busto Arsizio. Quasi un centinaio le persone coinvolte nel giro.
Sono quasi una sessantina le persone condannate nei vari rivoli della vicenda giudiziaria. Alcuni dei condannati oggi, tra l’altro, sono ancora latitanti.
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