Buone pratiche per la prevenzione delle violenze in corsia
Si svolgerà mercoledì 16 ottobre un convegno dedicato alle aggressioni nelle strutture sanitarie. L'evento è organizzato dall'ASST dei Sette Laghi

E’ in programma per domani, mercoledì 16 ottobre, nell’Aula Magna dell’Università dell’Insubria, in via Ravasi, una giornata di studio sul tema attualissimo della prevenzione e gestione del rischio aggressivo nelle strutture sanitarie.
L’evento, organizzato dall’ASST dei Sette Laghi con Responsabile scientifico la Dott.ssa Giorgia Saporetti, Direttore della struttura Qualità, Appropriatezza, Accreditamento e Rischio Clinico, si propone di sensibilizzare gli operatori al potenziamento e all’adozione di buone pratiche clinico assistenziali e relazionali per la prevenzione e la gestione del rischio di aggressività.
Numerosi sono gli esperti del mondo accademico e sanitario tra Medici, Infermieri ed Educatori Professionali che porteranno la loro esperienza e le loro argomentazioni al dibattito e al confronto.
Nelle strutture sanitarie si sta assistendo ad un aumento costante degli episodi di aggressione e atti di violenza contro gli operatori sanitari La violenza sul posto di lavoro è un problema che investe i paesi di tutto il mondo. La reale dimensione del problema non è nota, ma si crede che i dati raccolti siano soltanto la punta di un iceberg. Nel settore sanitario, sociosanitario e in modo particolare nei servizi di emergenza-urgenza e nelle strutture psichiatriche, secondo una recente ricerca (FNOMCEO – Federsanità, 2018), le aggressioni fisiche hanno raggiunto rispettivamente il 19% e il 28% degli operatori.
«Anche i dati, tratti dal sistema di segnalazione degli eventi (Incident Reporting), – spiega la Dott.ssa Saporetti – confermano la presenza significativa nell’ASST Sette Laghi di questo fenomeno, soprattutto in alcuni setting di cura quali il Pronto Soccorso, le strutture di ricovero psichiatriche (SPDC) e la Neuropsichiatria Infantile. Sono, infatti, numerosi gli episodi di attacco e denuncia da parte di pazienti o familiari che sfociano in minacce o in veri e propri comportamenti aggressivi verbali o fisici ai danni di infermieri, medici ed altri operatori che lavorano nei diversi contesti di cura».
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