In migliaia per l’ultimo saluto a Piermario Morosini
Tifosi, atleti, squadre di calcio al completo, dirigenti ed ex allenatori. Ma anche tanta, tantissima gente comune, bergamasca ma non solo, che ha voluto dare l’ultimo saluto a Piermario Morosini
Tifosi, atleti, squadre di calcio al completo, dirigenti ed ex allenatori. Ma anche tanta, tantissima gente comune, bergamasca ma non solo, che ha voluto dare l’ultimo saluto a Piermario Morosini, il giocatore del Livorno morto in campo a Pescara lo scorso sabato 14 febbraio. Sulla bara la sua maglia numero 25 della squadra toscana e quella dell’Atalanta col numero 8, quella che i tifosi nerazzurri speravano potesse indossare un giorno il giovane centrocampista. Più di 5000 persone sono accorse alla chiesa di San Gregorio Barbarigo, a Bergamo, mentre tanti altri hanno assistito alle esequie allo stadio Azzurri d’Italia, aperto per l’occasione. Toccante l’omelia di don Luciano Manenti, consigliere spirituale e amico di Piermario; accanto alle magliette, sul feretro, anche un vangelo aperto alla pagina che racconta la Pasqua di resurrezione. Lo zio, Abramo Ferrari, si è inginocchiato, mentre la mamma della fidanzata del giovane ha ringraziato Piermario per l’amore che ha dato alla figlia. Durante la comunione, sono state suonate due canzoni di Ligabue (”Non è tempo per noi” e ”Il giorno di dolore che uno ha”), uno dei cantanti più amati da Piermario Morosini. L’uscita del feretro è stata accompagnata da un lunghissimo applauso e dai cori della curva Nord dell’Atalanta, che ha assistito alla cerimonia fuori dalla chiesa in un composto e rispettoso silenzio.
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