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Manuel Ordognez

  • Vive a medicina BO

I miei commenti (4)

  1. Condivido in pieno quanto scrive Felice e sono rimasto piacevolmente colpito dai toni non troppo accesi delle risposte contrarie (cosa sempre rara nel web)
    I cani sono il fenomeno di massa di una realtà che non ha più nulla da offrire, sono insufficienti pagliativi contro la solitudine per l’uomo di oggi, un punto isolato.
    Allo stesso tempo, come fa notare Felice, essi rappresentano un nuovo mercato economico per certe categorie (1 miliardo e 6cento mila E l’anno in Italia) “Il denaro è la radice di tutti i mali e io ne ho il massimo rispetto” diceva un tale.
    Ma la cosa più pericolosa è l’assolutismo e le censure che ne seguono, cose già viste in passato, es: nazional socialismo, oggi i mezzi sono meno cruenti, ma il fine è lo stesso, la negazione dell’individuo, basta guardarsi attorno per vedere quanto sia esteso oggi il reato di opinione.
    La cosa che trovo più divertente sono le considerazioni pseudo scientifiche correlate alla cinofilia, come quella di paragonare il cervello canino a quello di un bimbo, ammesso che sia vero, il bambino poi cresce e forse è proprio questo il problema per alcuni, è sempre un’incognita, magari ti manda a quel paese, una bestiola non può farlo, o meglio non è in grado di farlo, può dare solo rapporti ridotti, a persone ridotte di una realtà riduttiva, in extra, come fa notare Felice, elargisce guaiti nelle ore più inopportune e merda ai vicini, ci fosse almeno il buon senso da parte dei media di non suonare la gran cassa agli eventi legati a queste bestie, persino Papa Francesco, nella sua saggezza, si è sentito in dovere di dire che in Italia si vuol più bene a cani e gatti che alle persone.
    L’altro luogo comune che di recente ho sentito dire è “Più conosco le persone, più amo le bestie” parole più disumane non esistono, tra l’altro implicano che chi le pronuncia deve odiare anche se stesso, per un fatto di coerenza, poi negano la fondamentale importanza della diversità della persona, una pretesa new age tesa a negare i fondamentali limiti umani, necessari come la notte lo è al giorno.
    Una psicologa che conosco ha persino detto che questo smodato amore per le bestie è una conquista di civiltà (per me è decadenza) dichiarando persino che dipende da fattori geografici: al nord più civili, poi più si va a sud, più si trova barbarie, simili cervelli oggi occupano posti di rilievo nella società.
    Altro esempio per sottolineare la fragilità animalara mi viene in mente una cosa sentita tempo fa: “Quando torno a casa, mi fa più festa il mio criceto, di mia moglie” e io gli ho risposto che forse il criceto non ha preoccupazioni, quali: fare il bucato, pagare le tasse, seguire i figli e altro.
    In conclusione, spero di cuore che le persone come Felice aumentino e possano sempre esprimersi liberamente.

    in “Cani, una moda come l’Iphone”

    23 Febbraio 2017 alle 10:37
  2. Finalmente una persona intelligente che comprende che quando la libertà di uno sconfina nell’altro, divenga imposizione

    in “Cani, una moda come l’Iphone”

    23 Febbraio 2017 alle 10:48
  3. Questo commento è un luogo comune di pura fantasia, le persone più feroci che io conosco, sono animalare, a loro confronto i terroristi sembrano angioletti

    in “Cani, una moda come l’Iphone”

    23 Febbraio 2017 alle 10:46
  4. a Izzchidebogn: chi necessità di più dello psichiatra? Uno che dice una sua personale opinione, o uno tanto fragile interiormente da non accettarla?

    in “Cani, una moda come l’Iphone”

    23 Febbraio 2017 alle 10:44

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