Arcisate-Stabio, il treno è puntuale

L'assessore Cattaneo in visita al campo base della nuova ferrovia tra Italia e Svizzera: "Siamo in orario con i lavori, cantieri chiusi a dicembre 2013"

Il treno da Varese a Lugano e Como non rimarrà un sogno: i lavori della Arcisate-Stabio proseguono a pieno ritmo e l’attività del cantiere entrerà in autunno nella fase di maggior produzione. Il grosso del nuovo tracciato tra Italia e Svizzera sarà realizzato nel corso del 2012, così come per la parte già esistente e che viene interrata, tra Induno Olona e Arcisate. «Siamo nei tempi, finiremo per dicembre 2013» assicura l’assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo, in visita al campo base di Gaggiolo.

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Cantiere dell’Arcisate-Stabio 4 di 19

Nel villaggio provvisorio del Gaggiolo sono concentrati, dormono e mangiano i 250 operai che lavorano (giorno e notte) all’opera: in questo momento sono una ventina i punti dove si sta lavorando, tra Induno e il confine di Stato. L’opera è realizzata dalla Claudio Salini spa, con decine di aziende che lavorano in subappalto per i diversi aspetti. «Dieci persone  spiega un capocantiere – sono al lavoro solo per "entrare nelle case": ogni volta che si fa un esproprio di terreno si deve lavorare per creare nuovi accessi alle proprietà, risolvere problemi, spostare i sottoservizi». Il problema  della convivenza tra cantiere e residenti è presente soprattutto ad Arcisate e Induno Olona, dove la ferrovia "taglia" i paesi, tra le case e le fabbriche attive.

Più agevole è il lavoro nella parte più a Nord, tra la valle della Bevera e il confine, nonostante la presenza nel sottosuolo anche di massi di grandi dimensioni. Qui come altrove però c’è da affrontare il problema della presenza di arsenico nelle rocce, che rischia di rivelarsi un freno all’opera. Altro ostacolo, l’acqua piovana, soprattutto dopo i nubifragi: ogni temporale si trasforma in un leggero ritardo da recuperare. «Abbiamo introdotto doppi e tripli turni per rimanere nei tempi» spiega il direttore tecnico del cantiere, Antonio Delle Chiaie della "Ing.Claudio Salini spa". A Gaggiolo – dove sorgerà anche una stazione – è stato realizzata una parte dello scavo propedeutico, che sarà profondo quasi dieci metri: le pareti dell’imbocco della galleria sono sostenute da decine di putrelle di acciaio da 1 tonnellata, spinte da longheroni laterali (nella foto). In autunno inizierà la realizzazione della galleria verso la Bevera, che sarà scavata "a foro cieco", con l’impiego delle "talpe" meccaniche, sia da Arcisate che da Gaggiolo. Impressionante è il volume di terra e rocce che verrà alla luce: 1 milione e 300mila metri cubi. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Luglio 2011
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