Cosa succede nel centrodestra tra Lega, Forza Italia e un programma da costruire
I due partiti vanno a congresso, nelle ultime settimane ci sono stati molti attriti, ci sono varie liste civiche con cui dialogare, c'è chi teme un'eccessiva frammentazione
Il centrodestra a Gallarate troverà l’accordo per un candidato unitario per le elezioni comunali 2016? O i singoli partiti punteranno a far valere il proprio peso, almeno al primo turno? La Lega Nord ha delineato con una certa chiarezza il suo orizzonte: il carroccio vuole il candidato sindaco a Gallarate (ma anche nel capoluogo Varese e a Busto Arsizio, città più popolosa della provincia) e vuole puntare sul «modello Zaia», con un candidato identitario, che sia fedele alla linea del segretario federale Matteo Salvini. Se il nome per ora è ancora in sospeso (saldo una prima lista di tre-quattro nomi), l’ambizione a rappresentare il perno del centrodestra è chiara, così come i confini dell’operazione (niente aperture a NCD è uno dei punti fermi salviniani). Di fronte alla fermezza del carroccio, Forza Italia rimane invece fedele soprattutto alla richiesta di primarie per scegliere l’ipotetico sindaco del centrodestra. «Se c’è un candidato condiviso, va bene, altrimenti riteniamo le primarie siano lo strumento migliore» dice il coordinatore cittadino Moreno Carù. «Ma sia chiaro: la nostra volontà è avere un tavolo per iniziare a condividere contenuti, temi e programmi»
Al contrario, il segretario Andrea Zibetti ha evocato il «modello Fagioli», con riferimento al sindaco di Saronno, come modello positivo (il carroccio ha vinto con un proprio candidato e con il sostegno di una lista centrista locale, tagliando fuori ForzaItalia). Dal canto suo anche Salvini, due domeniche fa a Gallarate, ha calcato la mano, parlando nuovamente del «modello Saronno» come ipotesi possibile e riservando parole dure contro la coordinatrice di Forza Italia, l’europarlamentare Lara Comi. Le parole di Salvini hanno fatto storcere il naso a Forza Italia: «Se per la Lega di Gallarate va bene così, qualche problema c’è e ci sarà», ha commentato a stretto giro il coordinatore gallaratese di Forza Italia Moreno Carù (a proposito: Forza Italia va a congresso il 18 ottobre). «Se qualcun altro ritenesse di non aver bisogno della nostra presenza, faremo le nostre considerazioni», ribadisce ancora adesso Carù. Lara Comi ha risposto accusando anche la Lega Nord di non aver rispettato gli accordi su Saronno. Il leader di Agorà (la corrente maggioritaria in Forza Italia) Nino Caianiello ha richiamato anche aspetti politici generali: in una recente intervista non ha nascosto i suoi dubbi sulla «politica gridata e televisiva» della Lega e detto che il centrodestra che fa parte del PPE non può «non può essere appaltato» a un leader unico come Salvini.
A lanciare un messaggio all’intero centradestra ma anche a un pezzo di città è invece Libertà per Gallarate, la lista degli ex An vicini a Luca Daniel Ferrazzi, che ha riavviato in pieno la propria macchina, con tanto di blog e social. Il coordinatore Franco Liccati ha rilanciato l’esigenza di un «progetto nuovo e credibile» sul piano dei nomi e delle idee e ha evocato il «rischio di frammentazione che rischia di dare un vantaggio a Guenzani». Per Liccati è necessario superare il confronto e le prove di forza interne al centrodestra e aprire anche alle liste civiche.
Quanto ad altre forze, Fratelli d’Italia anche a Gallarate non perde occasione per sottolineare la compatibilità del progetto di destra nazionale di Giorgia Meloni con quello avanzato da Salvini (i due gruppi, per esempio, insistono molto sul contrasto al multiculturalismo e all’immigrazione); non è che l’alleanza sia fatta, ma l’ipotesi di accordo sarebbe credibile, come avvenuto già nel pluricitato “modello Saronno”.
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