Brexit: gli effetti sugli scambi commerciali Varese-Gran Bretagna

Le stime dell’Ufficio Studi dell’Unione Industriali: l’export varesino rischia di perdere dai 6 agli 11 milioni di euro nel 2016 e dai 61 ai 90 milioni nel 2017. Comerio: «Sparare contro l’Europa è diventato sin troppo facile»

Agusta Westland

Gli effetti del voto in Gran Bretagna che ha visto vincere i sostenitori dell’uscita dall’Unione Europea sono ancora tutti da valutare, sia nella loro effettiva portata, sia nei tempi con cui essi si manifesteranno. Un commento più ampio e completo non potrà che essere dunque fatto a freddo nei prossimi giorni, forse anche mesi. A caldo, però, l’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese ha cercato di sviluppare delle prime proiezioni sulle conseguenze che la Brexit potrebbe avere sull’export delle imprese del Varesotto con destinazione il Regno Unito. Ciò sulla base delle ipotesi elaborate da Sace a livello nazionale. (nella foto lo stabilimento dell’Agusta Westland di Vergiate)

UNO DEI PRINCIPALI PARTNER COMMERCIALI DELLE IMPRESE VARESINE: I DATI AD OGGI
Il Regno Unito è il 4° mercato di sbocco per le imprese varesine e il 6° mercato di approvvigionamento. Già questi numeri danno un’idea della rilevanza degli scambi commerciali col Paese per la provincia di Varese e le sue imprese. L’export varesino verso il Regno Unito nel 2015 è stato di 565 milioni di euro, in crescita del 5,1% rispetto all’anno precedente. L’import varesino dal Regno Unito è invece stato di 355 milioni di euro, in aumento del 6,8% rispetto al 2014. In termini di prodotti il comparto maggiormente rappresentativo è quello dei mezzi di trasporto che concentra il 28,7% delle esportazioni varesine verso il Regno Unito (il 26,6% è concentrato in “altri mezzi di trasporto”). Seguono quello dei macchinari con il 16,3% e gli alimentari con il 9%.

COSA SAREBBE SUCCESSO SE AVESSE VINTO IL BREMAIN
Sace ha recentemente proposto delle stime sugli impatti di una vittoria del Brexit (leave) e No Brexit (no leave) sull’export italiano basandosi su uno scenario macroeconomico proposto da Oxford Economics. Nel caso in cui il Regno Unito avesse deciso di rimanere nella Ue l’export italiano avrebbe potuto continuare a crescere nel periodo dal 2017 al 2019. In particolare la crescita stimata nel 2016 era del 7,6% e per il 2017 del 6,1%, con tassi superiori a questa media per la meccanica strumentale (+8,9% nel 2016 e +6,8% nel 2017) e i mezzi di trasporto (+11,1% nel 2016 e +7,5% nel 2017).

Gli impatti su Varese
È possibile fare una stima dell’impatto che avrebbe potuto avere la vittoria del No Brexit per l’export varesino. Applicando gli stessi tassi medi annui stimati da Sace per l’Italia ai dati varesini, l’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese stima che l’export del Varesotto verso il Regno Unito in uno scenario base (in cui i pesi dei prodotti esportati verso il Regno Unito da Varese ricalchino la media italiana) avrebbero potuto raggiungere i 607 milioni di euro nel 2016 e i 645 milioni di euro nel 2017. L’incremento rispetto al 2015 sarebbe stato di 43 milioni di euro nel 2015 e di 80 milioni di euro nel biennio. Nel 2019 l’export varesino verso il Regno Unito avrebbe potuto raggiungere i 714 milioni di euro, con una crescita cumulata di 149 milioni di euro.

Tuttavia l’Ufficio Studi Univa stima che questa crescita sarebbe potuta essere ben più rilevante per la provincia di Varese dal momento che il peso delle esportazioni verso il Regno Unito di mezzi di trasporto (il comparto per cui è prevista una crescita maggiore) è superiore per Varese rispetto alla media italiana. I mezzi di trasporto rappresentano infatti il 28,7% delle esportazioni varesine verso il Regno Unito. Per l’Italia questa percentuale scende al 14%.
E INVECE HA VINTO BREXIT: ORA, DUNQUE, COSA ACCADRÀ ALLE NOSTRE ESPORTAZIONI?

Gli impatti sull’Italia
Sace ha stimato nei giorni scorsi che Brexit potrebbe comportare per l’export italiano verso il Regno Unito una minore crescita di circa 1-2 punti percentuali nel 2016 (pari a 200-500 milioni di euro in meno di beni esportati) rispetto alle previsioni in caso di No Brexit. Questo impatto ridotto nell’anno in corso è dovuto al fatto che, nonostante la vittoria del “leave”, bisognerà comunque aspettare ora che vengano definite modalità e tempi. Nel 2017 si potrebbe invece registrare una contrazione dell’export italiano verso il Regno Unito del 3-7%, equivalente a circa 600-1.700 milioni di euro in meno di prodotti esportati. I settori maggiormente colpiti secondo Sace potrebbero essere quelli della meccanica strumentale e dei mezzi di trasporto. Comparti particolarmente radicati nel tessuto produttivo del Varesotto.
Gli impatti su Varese
È possibile, dunque, fare anche una stima dell’impatto della vittoria del Brexit per l’export varesino partendo dall’analisi proposta da Sace. Sulla scia dello scenario base previsto da Sace per l’Italia (ipotizzando i pesi dei prodotti esportati verso il Regno Unito da Varese ricalchino la media italiana) per il 2016 l’Ufficio Studi Univa stima che Varese potrebbe subire una riduzione di beni esportati verso il Regno Unito tra i 6 e gli 11 milioni di euro. Per il 2017 tra i 61 e i 90 milioni di euro.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DELL’UNIONE INDUSTRIALI RICCARDO COMERIO
«È un mondo che va così: vince tutto ciò che è contro. In particolare sparare contro l’Europa è diventato sin troppo facile. Le grandi città inglesi hanno votato “remain”, mentre tutto il resto della nazione ha votato per Brexit. Diminuendo il livello di consapevolezza degli scenari economici è aumentato il livello di opposizione verso l’Europa. Mi si spieghi razionalmente, però, come un Paese che importa tutto quello di cui ha bisogno potrà trarre beneficio da questa situazione. Gli svantaggi superano abbondantemente i benefici. È chiaro che tutto questo porterà instabilità e sicuramente l’Europa dovrà rivedere la sua politica. Da questo punto di vista l’Italia dovrà essere presente con contenuti e proposte concrete. Bisogna prima di tutto arginare lo scenario anti-europeista, che se dilagasse per contagio in altri Paesi rischierebbe di fare molto male a tutta l’economia».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Giugno 2016
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