Campiotti dice no al consiglio sulla trasparenza del Molina
L'ex assessore Udc, ora presidente della Fondazione, non vuole presentarsi in aula, come gli chiedono 20 consiglieri comunali. "Nessun obbligo"

Il presidente della Fondazione Molina, Christian Campiotti, ha scritto una lettera al sindaco di Varese in cui rifiuta, in sostanza, di partecipare a un’audizione pubblica in consiglio comunale sull’andamento della gestione della casa di riposo. In una lunga e articolata lettera, Campiotti fornisce una serie di spiegazioni giuridiche sul motivo per cui non ha nessun obbligo nei confronti del consiglio comunale essendo la Fondazione di diritto privato anche se i vertici sono stati nominati dal sindaco di Varese.
Non esistendo un potere di controllo o ingerenza da parte della pubblica amministrazione, Campiotti si rivolge al sindaco spiegando il rifiuto e gli chiede di venire a incontrare il cda per verificare le strategie operative sulla gestione della struttura e sulla assistenza prestata all’utenza. Campiotti tuttavia – e probabilmente per chiudere il discorso – fornisce nella lettera anche una spiegazione sul punto più contestato, gli investimenti finanziari (ma ovviamente, seppure non citato, il riferimento è al prestito da quasi un milione di euro concesso a una società collegata a Rete 55, il cui manager Lorenzo Airoldi era lo stratega della campagna elettorale della Lega Civica e di Stefano Malerba).
Secondo Campiotti sono stati seguiti precisi criteri, tra cui: quello di non concedere singoli prestiti superiori a 500mila euro, quello di scegliere investimenti con redditività superiore a quella del mercato bancario e inoltre l’applicazione degli “equity kicker”.
Tutto bene quindi? La richiesta di audizione in consiglio era stata presentata dalla maggioranza dei consiglieri, capitanati dal Pd Fabrizio Mirabelli ed è stata firmata anche dal presidente della Regione Roberto Maroni. La decisione di rifiutare l’invito del consiglio comunale, seppure coperta dalla legge, potrebbe però lasciare nell’opinione pubblica l’impressione che ci sia ancora qualcosa da chiarire. La massima trasparenza viene chiesta dai consiglieri che hanno firmato la lettera ma anche da alcuni donatori del Molina, come Ambrogio Vaghi. Per l’ex candidato sindaco Andrea Badoglio è “una risposta corretta dal punto di vista tecnico giuridico. La ritengo però ” irrispettosa ” della finalità pubblica dell’ente, ex IPAB. A questo punto chiedo che Regione Lombardia ( Ente tutorio), intervenga”.
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