Accoglienza, le visioni opposte di due sindaci del Varesotto
La manifestazione di Milano per l’inclusione e contro i muri solleva opposte reazioni. Le posizioni di Aimetti (Comerio) e Colombo (Sesto Calende)

La manifestazione di Milano per l’inclusione e contro i muri solleva opposte reazioni da parte dei sindaci del Varesotto.
Due le posizioni più distanti. Da una parte Silvio Aimetti, primo cittadino di Comerio, uno dei sindaci che si sta battendo in manierà più evidente per una politica condivisa dell’accoglienza tanto da aver creato la Rete dei Sindaci per l’Accoglienza, appunto.
Con un video sul suo profilo Facebook Aimetti lancia un appello ai colleghi primi cittadini della provincia: “Troppi i morti nel Canale di Sicilia lo scorso anno. se accogliessimo 2 persone ogni mille abitanti potremo dare un segnale forte. Adoperiamoci per un’accoglienza diffusa nelle nostre comunità”.
Il video di Silvio Aimetti, sindaco di Comerio
Di segno completamente opposto il commento di Marco Colombo, sindaco di Sesto Calende in quota Lega Nord, uno dei più ferventi oppositori all’arrivo di migranti nei comuni del Varesotto. Colombo si è detto pronto ad incatenarsi se il Prefetto obbligasse anche Sesto ad ospitare richiedenti asilo (sono 84 i Comuni in provincia che non hanno ancora ospiti sul proprio territorio comunale, ndr): “Sesto Calende dice no! Non li vogliamo e farò tutto il possibile per non averli. Sono determinato e pronto ad incatenarmi. Sesto Calende aiuta solo i suoi cittadini”, commenta Colombo sul suo profilo social. E riferito al primo cittadino di Milano, in relazione alla manifestazione di sabato 20 maggio, dice: “Sala fenomeno pensa ai Milanesi che sono in difficoltà (e ce ne sono tantissimi) al posto di “guidare” la marcia per l’accoglienza dei profughi. Milano si meritava un sindaco diverso”.
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