Si ritrova la “tangente” sul conto, la Liccati caccia di casa il sindaco
Dalle intercettazioni dell'inchiesta lonatese emerge un dialogo tra il sindaco Rivolta e l'imprenditore che gli avrebbe fatto il "regalo": "Orietta (Liccati) mi ha cacciato di casa, dice che non si fa così"

«Orietta mi ha buttato fuori di casa, dice che siamo pazzi e che lei non vuole più avere niente a che fare con noi, che non vuole essere messa in mezzo a certe cose. Tu non sai cosa me ne ha detti di insulti, che siamo una manica di incompetenti, sono venuto via dall’aeroporto (dove lavora Orietta Liccati, ndr) che ero cadaverico».
A parlare così è Danilo Rivolta, il sindaco di Lonate Pozzolo in carcere da una settimana con le accuse di concussione, corruzione e abuso d’ufficio. Il suo interlocutore è Massimo Zocchi, procuratore della Sviluppo Malpensa anche lui indagato nell’inchiesta del sostituto procuratore di Busto Arsizio Luigi Furno che ha fatto emergere gli interessi dei fratelli Rivolta sulle pratiche urbanistiche del Comune di Lonate Pozzolo, praticamente quasi sempre a firma dello studio di architettura Proget srl, intestato a Fulvio ma sostanzialmente gestito dal fratello sindaco (che prima ancora era assessore all’urbanistica).
Motivo dell’arrabbiatura di Orietta Liccati (anche lei indagata e costretta alle dimissioni da assessore all’urbanistica del Comune di Gallarate, ndr) è il trasferimento di danaro dal conto della Proget srl al conto della donna che – quando vede il bonifico – va su tutte le furie.
Il motivo per cui si arrabbia col compagno (si tratta dei famosi 13 mila euro per la libreria del salotto che Zocchi avrebbe “regalato” a Danilo Rivolta per aver sbloccato la realizzazione di un capannone in via Col di Lana) sarebbe la poca prudenza adottata dai Rivolta nella gestione di un affare che la Liccati conosce, percepisce come illecito e che per questo motivo va usato “il canale giusto” per portarlo a compimento.
Come si evince dai dialoghi tra un Danilo Rivolta disperato e l’imprenditore, la compagna era d’accordo con Rivolta nel ricevere questi soldi ma avrebbe proposto una soluzione diversa che si è poi rivelata impraticabile: «Lei voleva far transitare i soldi sul conto di una sua amica che poi si è tirata indietro».
In questa vicenda Danilo Rivolta fa pressioni sull’ufficio tecnico perchè concedesse alla Sviluppo Malpensa la possibilità di costruire in sanatoria senza passare dal consiglio comunale, come prevedeva la procedura, e si avvale anche del parere del segretario comunale Vietri che ne appoggia la scelta. Lo stesso sindaco riesce anche a far nominare come difensore del Comune, in questa specifica vicenda (nella motivazione della nomina è scritto quale difensore del Comune per l’avvio di eventuali azioni giurisdizionali nei confronti della società Sviluppo Malpensa, ndr) lo stesso avvocato che aveva fatto richiesta di poter costruire in sanatoria a nome della Sviluppo Malpensa.
Nel frattempo Orietta Liccati è stata interrogata questa mattina (martedì) dal Gip ma si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
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