Faber

Io, designer, progetto il futuro intelligente per le imprese. E il Faberlab lo costruisce

Con Giancarlo Somaini, studio a Malnate e una lunga carriera alle spalle, iniziamo a raccontare tutte le anime, e le applicazioni, del laboratorio di prototipazione rapida e stampa 3D di Tradate. Partendo da un treno ad alta velocità e da un cardiofrequenzimetro…

Nel 1989 Giancarlo Somaini percorre con la rete giapponese ad alta velocità Shinkansen la distanza tra Tokyo e Osaka. Corre a 260 chilometri all’ora: quel viaggio lo cambierà. Per sempre. Perché il suo design – lo studio di Somaini è a Malnate, in via Garibaldi 35 – è prima di tutto etico. Pensato per risolvere i problemi delle imprese e delle persone con un’attenzione alle macchine intelligenti. E all’uso intelligente che se ne deve fare: orologi wireless per pazienti sotto sorveglianza clinica, microscopi, maschere subacquee, Gps, contatori dell’acqua, plotter, vasi in “grès”, tazzine da caffè. In Faberlab, Somaini – specializzato in industrial design e membro dell’Adi (Associazione per il disegno industriale) – ha trovato più un partner che un laboratorio digitale perché «il designer deve anticipare l’innovazione, deve sapere cosa c’è di nuovo per poterlo rendere reale e deve trovare spazi nuovi – nella propria fantasia e nel mercato – per offrire prodotti funzionali».

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Faberlab fa battere il cuore
Dopo il comunicatore subacqueo, Somaini ritorna all’officina digitale di Tradate, in viale Europa 4/A, per il prototipo di un cardiofrequenzimetro – il progetto risale al 2013, ma per ottenere un prototipo adatto con i materiali adatti si è arrivati nel 2017 – realizzato in 3D con la tecnica della stereolitografia per una grande azienda di elettronica. Contrario al prodotto “usa e getta”, il designer dice che «una volta era semplice innovare e complicato produrre: oggi accade il contrario». Progetto performante, il cardiofrequenzimetro è stato sviluppato con materiali duttili ed elastici, «vicinissimo al prodotto reale» e in grado di abbinare ciò che più interessa a Somaini: «L’estetica che si fa problem solving e che ci proietta nel futuro». Soprattutto, questo cardiofrequenzimetro è un esempio di quello che il designer, e l’impresa per la quale lavora, cerca da un prototipo: «La conferma che quello che si è fatto fino ad ora è corretto. Una prototipazione così ben fatta che si potrebbe andare (quasi) in produzione».

Dallo schermo del Pc al rendering. Ma il prototipo è un’altra cosa
Somaini – perito elettrotecnico laureato in quello che oggi è l’Istituto Europeo di Design di Milano –  afferra il suo cardiofrequenzimetro, apre la scatoletta di cartone con tutti i pezzi da assemblare e gli occhi gli brillano: «Il prototipo è necessario; non si può evitare». Si capisce subito il perché: una volta che lo appoggia al polso, lo fascia perfettamente: «Avrei mai potuto farlo con un rendering a video? No».Questo progetto, che forse un giorno diventerà prodotto, del connubio tra design e innovazione fa il suo punto di forza perché «ad essere sottoposte a screening sono le arterie più nascoste, quelle che gli altri frequenzimetri non toccano». Pezzo dopo pezzo, la stampante in stereolitografia ha aperto una finestra su un mondo che ha mandato in pensione, o quasi, stampi in legno e in silicone. «Se lavoro su un cardiofrequenzimetro – prosegue il designer – devo lavorare su un contenitore che sia perfetto per contenere l’elettronica che lo fa funzionare ma anche in tutto quello che è vestibilità».

L’idea unica e realizzabile: come diventare “produttori”
«Sono i tre karma di un buon prodotto: marchio, design e qualità», dice Somaini. Anche se oggi è tutto più difficile: «Di idee ne vengono tante a tante persone, ma meno male che c’è internet: lì puoi capire se quella che hai avuto tu è veramente originale o unica». Il designer di oggi si deve pensare come un’impresa, ed è per questo che Giancarlo è arrivato, ancora una volta, al Faberlab: «Molti designer sono diventati produttori e anch’io ho linee tutte mie di giochi per bambini, torce, schiacciazanzare». E credere nel prototipo, non solo per abbattere tempi e costi, significa «presentarsi in modo ottimale ad una fiera, stimolare il mercato su soluzioni estetiche e meccaniche, arrivare dritti al consumer e alle sue esigenze».

L’innovazione si trasferisce: Evolution – Revolution
Faberlab, per Somaini, non è solo prototipazione. È soprattutto conoscenza dei materiali, strumentazioni adatte agli obiettivi, curiosità viva e l’espressione vera di un concetto che per questo designer sta alla base di tutto: «L’innovazione si può trasferire». Lo schizzo, per Giancarlo, non andrà mai in pensione, ma prima di toccare con mano un prodotto bisogna entrare nel luogo dove il prototipo prende forma. Quindi il laboratorio con tutte le sue esperienze e conoscenze. Dove l’estetica si allea alla trasformazione della materia e alla produzione intelligente. È quello che Somaini definisce “Evolution – Revolution” con la sua rete tra design, ingegneri e progettisti: «Dare un servizio completo al cliente dà un senso diverso al nostro lavoro. Un senso etico».

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Pubblicato il 24 Giugno 2017
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