Il Rifugio Carabelli deve essere di tutti
Polemica per la gestione della struttura da parte degli alpini
Riceviamo e pubblichiamo
Egregio varesenews.
Certamente non si dimentica quel che accadde alla festa lo scorso anno presso il Rifugio Carabelli in Oggiona S.Stefano.
Con altre persone, ci eravamo mobilitati per la festa, molte buone condizioni, sembravano avverarsi.
Le associazioni della zona acquistano visibilità con queste feste, non racconto a lei, la nostra realtà di provincia Padana, che ci vede a volte isolati nelle battaglie per i diritti.
L’estate scorsa si stravolse il significato che n’avevamo concordato e attribuito.
All’ultimo momento intervenne un accordo diverso……. per “il quieto vivere” ci si servì delle strutture del gruppo Alpino;
Mancò il patto con un diverso altro gruppo di giovani, che si erano visti con noi per l’intesa, con cui avevamo concordato l’uso d’altre strutture.
L’obiettivo nostro…. e del gruppo giovani è quello di lottare per ciò che rimane di naturale per una festa, fu quello un incontro per il riappropriarsi degli spazi del Rifugio, che in via definitiva appartengono a tutto il paese, soprattutto a loro giovani nel contesto che va oltre Oggiona S.Stefano, dato che, la cementificazione selvaggia ha reso i luoghi per le tradizionali feste , tra i più rari e preziosi.
Il rifugio di caccia, ancor oggi è di proprietà comunale, risulta, di fatto, a disposizione degli Alpini, perciò, l’Alpino si comporta da proprietario, peccato per lui, che il bene non è privato ma della collettività.
Il risultato del loro comportamento è l’allontanamento d’altri gruppi, che ritengono esagerato l’esborso di milioni per disporre d’alcune strutture a servizio della festa.
Si è mancato allora, e si manca tuttora con mio profondo rammarico, un obiettivo certo, unico per fare la festa d’agosto al Rifugio Carabelli; quello di compiere con la festa un atto divenuto prezioso da parte dei nostri giovani; quello di dire no……. le tue strutture Alpino te le tieni…. la gabella per l’affitto non te la versiamo…… anzi fai sparire le tue strutture per far posto alle nostre ……che arrivano a momenti.
Questa dovrebbe essere ragione di festa se esiste una situazione simile.
Ovvio, ma non lo è per tutti, difendere il diritto delle associazioni di lavorare in armonia per queste feste, per i momenti sereni, che servono poi con il ricavato ad aiutare l’associazione durante tutto l’anno.
Sembra diritto da poco ma va sostenuto nei nostri luoghi, con le feste si entra nel merito, dell’ambiente sociale, è lecito ribellarsi all’andazzo, e all’implicita sottomissione delle istituzioni comunali a questo o quel Gruppo Alpino di turno.
Forse accade anche quest’anno, si tacerà ancora una volta, si farà festa versando la gabella, all’Alpino.
Normale a detta di molti che la loro associazione se la rida alla faccia di chi gli versa la quota per le strutture, che sono allocate tutto l’anno in suolo pubblico, dovrebbero essere di fatto disponibili a tutti i gruppi o associazioni che ne facciano richiesta, con buona pace degli Alpini, nel caso si versa al comune una ragionevole cauzione, non un’obolo milionario come ora.
Mi spiace dire che la nostra festa al Rifugio Carabelli, unita a quella di tutte le altre associazioni è da sempre, l’occasione buona per rimpinguare le casse degli Alpini del paese, come poi siano investiti questi loro introiti, a noi ma anche all’istituzione pubblica proprietaria del rifugio, non è dato sapere.
Giampaolo Busellato
Circolo Valdarno
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