«Abbiamo molti potenti, ma poche opere fatte»
Infrastrutture, progetti a rischio. L'opinione di Marino Bergamaschi, direttore dell'Associazione Artigiani
«Le parole di De Wolf sono condivisibili, ma bisogna chiedere conto a chi deve prendere le decisioni». Marino Bergamaschi (nella foto), direttore dell’Associazione Artigiani, ha letto l’intervento del vicepresidente della Provincia in cui si lancia un allarme circa il futuro dei progetti viabilistici della nostra provincia.
«Manca qualcosa – spiega Bergamaschi – va bene il racconto di come il nostro territorio soffra una grave carenza di mobilità, ma ora bisogna essere più concreti e vedere come ottenere i risultati. Gli elettori, e molti erano di questo territorio, hanno mandato a casa il centrosinistra perché non faceva certe opere. Ora però c’è il centrodestra e tocca a loro, non si può tirare in ballo quello che non hanno fatto gli altri in passato. Dobbiamo chiedere conto a Regione e Governo, e anche all’Unione Europea, per il finanziamento delle infrastrutture. A volte ho come l’impressione che Berlusconi, da grande venditore qual è, ci consideri già, noi di questo territorio, come suoi clienti acquisiti. Va bene, la gente è orientata verso il centrodestra, è una questione culturale, probabilmente il centrosinistra qui non governerà mai, ma questo consenso lo devono anche mantenere con i fatti».
Pensa che oggi, dopo due e mezzo di governo, sia venuto il momento di chiedere per Varese risultati concreti?
«Facciano lobby. Lo sforzo della Provincia, intendiamoci, lo trovo apprezzabile, per quanto sta nelle loro possibilità. Ma qui ci sono ministri, sottosegretari, uomini di sottogoverno, c’è una folla di gente al governo. E poi ci vuole una vera programmazione, siamo ancora qui, dopo tanti anni a decidere quale vocazione deve avere Varese e la provincia, senza mai scegliere. Faccio degli esempi: perché non risanare il lago Maggiore se si pensa al turismo? Perché non aumentare la capacità ricettiva? Per non parlare di Malpensa. Ragazzi, ma sapete che Malpensa deve essere l’hub del sud Europa, e allora come è possibile che la Regione Lombardia fa un documento di programmazione in cui parla di sistema integrato degli aeroporti lombardi? Questo vuol dire solo dare spazio alla lobby bresciana, ma senza curarsi davvero della vocazione di quella infrastruttura. Insisto, bisogna tutti prendersi le proprie responsabilità: il Governo, la Regione e a cascati gli altri enti locali, i decisori. E poi, insieme, fare finalmente quella discussione che aspettiamo da anni: che provincia vogliamo?
Poi, se si parla di infrastrutture è chiaro che la nostra vocazione è quella della mobilità: noi, così vicini al confine, così vicini all’Europa. Ma qui è tutto bloccato».
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