«Il bello comincia dall’intonaco di casa tua»

A Vareserestaura era presente anche Bruno Giacomelli, restauratore dell'Isola Bella e di Villa Panza, di palazzo Litta a Milano e della chiesa di San Fedele a Como

Mantengono all’altezza dei battesimi vip le architetture dei giardini dell’Isola Bella, hanno fatto gli intonaci di Villa Panza a Varese e di Palazzo Litta a Milano. Hanno ristrutturato la facciata della chiesa di San Fedele a Como e gli elementi in cotto presenti nella segreteria del Golf Club di Luvinate. E si occupano di clienti privati eccellenti, come i Borromeo e i Cicogna.
Ma i soci della
Icsa di Bruno Giacomelli, laboratorio di restauro specializzato a Sesto Calende sono stati tra i protagonisti, di una fiera d’arredamento e ristrutturazione della casa – la Arredoecasa, appena conclusa a malpensa Fiere, che all’interno aveva la sezione VareseRestaura – che sembra molto lontana dall’empireo su qui lavorano questi artigiani-artisti. Sembra, ma non è del tutto vero.
«C’è il sogno che il restauratore si occupi solo di opere monumentali importanti. Ma noi siamo andati in fiera proprio per sfatare quei sogni: un restauratore sa fare la propria parte anche in tanti immobili di privati – spiega Bruno Giacomelli – Pensi solo a chi compra un cascinale antico, di solito dell’800, per rimetterlo a nuovo: se la ristrutturazione la fa con un restauratore, troverà qualcuno che lavorerà con lui per mantenerlo dello stesso aspetto, se utilizza un impresa edile correrà seriamente il rischio che diventi una semplice villetta. La differenza non è solo nella qualità del lavoro ma nella scelta dei materiali:  una scelta che il restauratore fa nell’ottica di mantenere il valore e le caratteristiche dell’immobile, non  svilirlo con materiali o colori inadatti o inesistenti al tempo della casa, per esempio. Ma pensi anche alle tante ville degli anni venti con graffiti e greche alle pareti sia interne che esterne, che possono essere "risolti" da chi ristruttura in due modi: far dare una mano di bianco dal’imbianchino, cancellandoli per sempre, o lavorare a mantenerne le caratteristiche che la rendono originale».

Un valore che non è solo economico o personale,  ma anche sociale: «Certi lavori sono importanti per sé stessi, ma anche per l’ambiente circostante: a volte ristrutturare è mantenere l’aspetto e il ricordo della propria casa, soprattutto se ha tanti anni o è un’eredità. Ma può avere un aspetto importante per sé stessi e per chi ci sta intorno: è un messaggio a chi sta intorno, scegliere di ristrutturare. Ma fare questa scelta, considerarla importante, è innanzitutto una questione di cultura».
Scegliere o non scegliere di ristrutturare è infatti solo apparentemente una questione economica: «Cancellare i particolari di una casa d’epoca può sembrare un risparmio –anche se la differenza tra il rifare e il conservare a volte non è così grande come si crede – se però non si prende in considerazione la diminuzione del valore della casa che si ha cancellandone certe caratteristiche: questo risparmio, infatti, spesso lo si paga caro».
Mentre invece, a volte, è solo una questione di particolari: «Spesso il preservare l’aspetto una casa è solo una questione di intonaci: una casa del primo novecento aveva solo intonaci ad acqua, ora si usano gli acrilici. Usavano determinati colori ora ne usano altri. Utilizzare un intonaco o un altro, un colore o un altro, signifca rispettarla o stravolgerla. Cambiare radicalmente intonaco significa cambiare totalmente l’aspetto della casa, e se ne vedono parecchi, di pugni nello stomaco. Mentre gli intonaci che usano i restauratori noi non sono diversi da quelli che usa la bioedilizia, oggi molto di moda».

Una percezione che dopo tanti anni di buio estetico sta tornando in auge: «Ad Arredocasa, per esempio, ci ha contattato un signore che aveva un soffitto a cassettoni: classico caso in cui noi possiamo operare efficacemente. Perchè, certo, si può togliere tutto, certo si può dare una pitturata al posto dei dipinti che ci sono ora. Ma quello che ha spinto questa persona a chiedere un preventivo è l’idea che ci sia un valore da preservare, sia tradizionale che economico».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Febbraio 2009
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