Terremoto nell’Udc. Passano tutti con Berlusconi

Il circolo bustese defeziona in massa: saranno i Cristiani Democratici per il Popolo delle Libertà. Rottura con le "scelte romanocentriche" di Casini e della direzione nazionale. Cattaneo sul PD in crisi evoca il caso Englaro: "Chi è portatore di certe scelte ne tragga le conseguenze politiche"

La dirigenza dell’Udc bustese passa in massa al Pdl berlusconiano costituendosi in un nuovo gruppo: i Cristiani democratici per il Popolo delle Libertà. E lo fa con la "benedizione" di un "big" del nascente nuovo soggetto politico come Raffaele Cattaneo (foto), grazie all’antica amicizia con l’ormai ex segretario cittadino Udc Giuseppe Zingale.  Trattandosi di politica fatta da cattolici, forse benedizione è un termine azzeccato per questa operazione non del tutto indolore – soprattutto per chi l’ha subita. Come il segretario provinciale varesino Udc Stefano Calegari, che sulle pagine di un quotidiano locale parlava di "trasformismi". Un’accusa cui Zingale ribatte in conferenza stampa ribaltandola di fatto contro la dirigenza nazionale dell’Udc e il suo navigare a vista: al governo col centrodestra in Lombardia, col centrosinistra in Trentino, alla finestra a Roma. «Scelte romanocentriche», «che non considerano la periferia e la base». Con relativi imbarazzi per lo stesso Zingale quando era assessore. Anche Cattaneo risponde all’accusa: «L’UDC deve stare attenta a non diventare la stampella di un Pd diviso in due anime, di cui una guarda proprio a Casini». "Pezzi" di UDC, ricorda, sono già entrari nel PdL, ad esempio in Brianza. E non esita a giocare la carta dei temi etici: «La presenza di questo nuovo gruppo si deve valutare per i valori di cui si fa portatore, non per "pesi" politici. Guardate alla vicenda di Eluana Englaro: è normale che chi porta avanti certe scelte ne tragga le conseguenze anche in politica (il riferimento è alle spaccature nel Pd, ndr), e qui mi appello ai cattolici rimasti altrove: non vale forse anche per loro questa riflessione?» Cattaneo si è detto felice di ritrovare vecchi amici come Zingale con cui nella tempesta del 1992-1993 cercò di tenere alta la bandiera della DC. «Il PdL dovrà avere porte e finestre spalancate, spero bene che non vi prolifichino soggetti autoproclamati depositari di chiavi di sorta…».

A Busto la scelta è stata in qualche caso sofferta, come dirà l’assessore Walter Fazio: «Sono stato il primo consigliere comunale dell’UDC nel 2002, ma una volta presa la decisione di varcare la sponda in nome dei valori cristiani e sociali in cui credo, questa è conclusiva, per quanto possa esservi qualcosa di definitivo in politica». Ammissione interessante, in tempi di fermento politico anche a livello nazionale, con Zingale e Cattaneo a battere il ferro rovente dei guai del Partito Democratico. Ben altra invece, dicono, la situazione nel PdL. Del resto lì non è, come nel Pd, il partito che ha indicato il leader salvo poi indurlo a lasciare, bensì il leader che ha indicato il partito.

«Con gli amici in Forza Italia, in testa Cattaneo, condividiamo valori forti. Oggi, in tempi di bipartitismo, non c’è spazio per un terzo polo. Peccato, nell’UDC avevamo creduto» chiosa Zingale. «Ora con Cattaneo vogliamo fare un percorso comune verso il nuovo soggetto» che nascerà ufficialmente il 27-28 marzo a Roma. E gli "amici di Forza Italia" erano presenti anche oggi, ad esempio l’assessore Claudio Fantinati, ringraziamenti sono andati anche a chi come il capogruppo Sandro Orsi avevano colto per tempo i mal di pancia dell’Udc bustese. Restano un assessore, Fazio, e un consigliere, Enrico Salomi (foto). «Mi spiace lasciare il simbolo dello scudo crociato, ma c’è entusiamo» dirà quest’ultimo, «questa del PdL è un’occasione storica, non deve essere una "fusione a freddo" come il PD. La nostra scelta non è dettata da voglia di poltrone»; e Zingale aveva già ripetuto che «non è un’operazione di potere o per assumere chissà quali posizioni, noi porteremo un valore aggiunto nel PdL».

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Pubblicato il 26 Febbraio 2009
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