Trattori a casa di Bossi e Berlusconi per protestare contro il decreto sulle quote latte
In corteo migliaia di allevatori lombardi per protestare contro le decisioni del ministro Zaia "Hanno favorito solo i furbi" spiegano gli agricoltoridi Confagricoltura e Cia. E vanno Gemonio e Arcore a spiegarlo in massa
A casa di Bossi e Berlusconi con tutti i loro trattori.
E’ così che i produttori di latte lombardi hanno deciso, nella loro assemblea generale a Cremona, di manifestare contro il decreto proposto dal Ministro dell’agricoltura Zaia in tema di quote latte. La protesta organizzata per lunedì 2 marzo prevede dei cortei simultanei che arriveranno infatti sotto le case del capo del Governo e del ministro delle riforme, che è anche capo politico del ministro dell’agicoltura Zaia.
Il corteo varesino (che prevede circa 150 trattori di allevatori prevalentemente varesini e comaschi), inizierà il percorso alle 9 di lunedì 2 marzo dal comune di Lozza, percorrendo la tangenziale fino a Gazzada per poi proseguire sulla nord lacuale fino a Gavirate e poi sulla strada provinciale 1 da Cocquio fino a Gemonio. Da lì gli allevatori chiederanno al Ministro Bossi “un deciso intervento nei confronti del Ministro dell’agricoltura Zaia a difesa degli allevatori lombardi e Italiani affinchè siano accolti gli emendamenti al decreto sulle quote latte” .
In contemporanea alla manifestazione di Gemonio poi, Confagricoltura Lombardia e Cia Lombardia hanno organizzato una mobilitazione di allevatori (ne sono previsti migliaia) che avrà come obiettivo Arcore, più precisamente la residenza del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per protestare contro i contenuti del decreto e chiedendo quindi di accettare gli emendamenti proposti.
«Il decreto proposto dal Ministro Zaia premia quegli allevatori che in questi anni hanno prodotto più latte di quanto era loro stato concesso per precise disposizioni di legge nazionali e comunitarie – spiegano le associazioni di allevatori in una nota comune – mentre la stragrande maggioranza degli allevatori Italiani e lombardi in particolare, rispettando le regole, hanno aumentato le proprie produzioni acquistando quote latte o gestendole in affitto o pagando regolarmente le multe per aver prodotto più del consentito con notevoli sacrifici economici e finanziari».
Gli allevatori che hanno deciso di partecipare alla mobilitazione si sentono infatti «letteralmente "presi in giro" per i contenuti del decreto che premia i furbi», i quali «producendo volutamente quantitativi di latte in più rispetto a quelli assegnati senza poi essersi messi in regola, hanno obbligato lo Stato italiano a pagare alla UE una maxi multa per la superproduzione nazionale (ad oggi circa 3 miliardi di euro) pagate con i soldi di tutti i contribuenti, agricoltori e non».
Gli allevatori varesini, comaschi e lecchesi lunedì ne approfitteranno anche per protestare contro la decisione di togliere le deroghe, dal 1 aprile, sulla contribuzione agricola agevolata che provocherebbe di fatto una aumento contributivo mediamente del 200% per le aziende agricole di molte delle zone prealpine «mettendo a rischio soprattutto l’attività di centinaia di aziende assuntrici di manodopera con conseguenti perdite di migliaia di posti di lavoro dipendente e autonomo».
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