Bossi: «Un Consiglio dei ministri a Malpensa… ca l’è ura»

Il senatùr e ministro delle Riforme invita "l'amico Silvio" a rispettare la promessa. «Su Malpensa la questione, più che di tempi, è di certezze». In vista del voto riconfermata solidamente l'alleanza con il PdL: «Se ci sono problemi li risolviamo io e Berlusconi, a tu per tu»

«Bisogna ricordare a Silvio che avevamo promesso un Consiglio dei ministri a Malpensa… Bisogna ricordarglielo, ca l’è ura». L’attacco di Dario Franceschini sembra avere colpito nel segno: Umberto Bossi, pur senza nominarlo, gli viene incontro. Facendo da prestigiosa "spalla" al ministro Giulio Tremonti nel convegno odierno a Busto Arsizio sul futuro delle piccole e medie imprese, il leader e fondatore della Lega Nord, ha stuzzicato il collega di governo con alcune domande, lasciandosi quindi andare a qualche considerazione personale. Sull’aeroporto il senatùr e ministro per le riforme aveva ricordato la perenne questione delle infrastrutture, che si sta affrontando fra Pedemontana e opere l’Expo (con copertura o meno). «Malpensa serve efficiente al nostro sistema delle imprese» osserva: e l’appello a Berlusconi a dar seguito alle promesse elettorali – meglio tardi che mai – è tutto a beneficio di orecchie "padane". «Sull’aeroporto il problema non sono tanto i tempi» afferma prudente «quanto le certezze. Serve la massima apertura internazionale». La cui mancanza è stata però da più parti contestata alla nuova Alitalia.

Sull’operazione "Tremonti bond" contro la crisi Bossi osservava che qualche dubbio c’è sulla fase di controllo: «saranno i Prefetti in grado di gestire gli osservatori previsti?» Tremonti spiega che fungeranno solo da coordinatori e "padroni di casa" dei tavoli delle forze produttive. «Sia chiaro» ha detto Bossi a pubblico e stampa «che questi bond dovranno andare alle imprese, l’operazione non è certo stata compiuta perchè siamo "amici delle banche"». «Siamo rimasti senza gli strumenti fondamentali del credito» la sua analisi, «oggi in troppi si vedono chiudere gli sportelli. Serve invece un sistema efficiente e rapido». Tremonti commenterà, con una feroce battuta che, ipse dixit, era cara a Stalin: «è più grave rapinare una banca o fondarla?»

Sul federalismo fiscale Bossi è nel suo campo e martella, imperterrito dalle lungaggini: «Le Regioni avrebbero bisogno di risorse, ma lo Stato le passa sulla base di una spesa "storica"» che non ha più aggancio con la realtà. «Ci sono da garantire scuola, sanità, servizi ai cittadini: perchè ciò che qui costa mille, altrove costa diecimila? Quando lo Stato costa troppo, a pagare è sempre il cittadino. Piano piano riusciremo a portare in aula il federalismo fiscale: sarà un grosso beneficio per tutto il sistema».

Infine, le questioni del voto amministrativo: Lega "dura e pura" o solidamente legata al carro del PdL? «Al voto andremo con Berlusconi, con chi sostiene il federalismo, sono i nostri alleati. Ci sono problemi qua e là, mi dite? Ci incontriamo io e Silvio, come facciamo di solito, e una quadra la troviamo».

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Pubblicato il 07 Marzo 2009
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