Gli allevatori: «Dall’allarmismo sul latte crudo alle quote latte, ci stanno ammazzando»
Gli allevatori del Basso Varesotto ora se la devono vedere anche con la crisi dopo i danni subiti dalla presunta dannosità del latte crudo, dalle quote latte e dall'abbassamento del prezzo del latte all'ingroso
Aziende agricole in difficoltà nel Basso Varesotto. Non ce ne sono molte e quelle presenti sono tutte a conduzione familiare. Non vivono di solo latte, fortunatamente, ma integrano diverse attività agricole dal maneggio alla coltura fino al florovivaismo. Si tratta di una realtà che non ha un peso decisivo nell’economia della zona ma la loro presenza assicura, comunque, da vivere a qualche decina di famiglie. Di queste aziende ne abbiamo sentite due in merito alla raccolta del latte, venuta a mancare a causa di una contrazione dei consumi di latte fresco che ha messo in ginocchio alcune aziende di imbottigliamento della preziosa bevanda: la cascina Speranza e l’azienda agricola Paradiso, entrambe locate a Sacconago, comune di Busto Arsizio. Entrambe le aziende vendevano il loro latte all’azienda “La Lombarda“, attualmente sotto inchiesta per lo sforamento delle quote latte e avviata verso il fallimento. Entrambe le aziende stanno cecando di uscire dal momento di difficoltà con le proprie forze.
La Cascina Speranza, ad esempio, ha già trovato un altro caseificio dove conferire il proprio latte, riuscendo a tamponare la situazione. L’azienda agricola Paradiso di Antonio Rimoldi, invece, punta tutto sulla produzione di formaggio e sul distributore del latte direttamente in fattoria: «Piuttosto che svendere il latte ne faccio formaggio o lo vendo direttamente col distributore – spiega Rimoldi – siamo alla follia perchè è stato contrattato un prezzo troppo basso e, dato che siamo rimasti senza nessuno che lo raccoglie le altre aziende se ne approfittano cercando di acquistare il nostro latte a 22 centesimi al litro contro i 34 dell’accordo per la stagione 2009. Il prezzo ufficiale è già una miseria, se condideriamo che nel 94 vendevo il latte a 860 lire al litro. Oggi vale meno di 15 anni fa, qualcuno mi spieghi come si può campare».
Per non parlare delle quote latte: «Io sto col ministro Zaia – aggiunge Rimoldi – ho una stalla da 90 capi e ne posso tenere al massimo 50 perchè la legge non permette che sio superi una certa quantità di latte prodotto. Stanno ammazzando l’agricoltura». Ad essere in difficoltà è anche un’altra azienda della zona di Olgiate Olona la quale aveva puntato sul latte al distributore aprendo diversi punti vendita ma a dare il colpo di grazia anche a questo tipo di commercio, continua Rimoldi, «ci hanno pensato un po’ i media e un po’ le lobby creando allarmismo sulla salubrità del latte crudo. Io ho messo il cartello “da consumarsi previa bollitura” ma la gente continua a berlo fresco, non appena ha riempito la bottiglia. Tornano tutti e nessuno ha mai lamentato problemi».
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