Guccini, una musica senza tempo che unisce generazioni
Abbiamo ascoltato le voci di coloro che ieri sera, venerdì 6 marzo, hanno partecipato al concerto del cantautore emiliano. Musicista capace di chiamare a se, fans di tutte le età
«E’ mitico, fantastico e non vedo l’ora di sentirlo suonare dal vivo» Giulia ha 15 anni, la incontro sotto il palco dove ha preso posto con gli amici «Da quando sono piccola – continua – in casa si ascoltavo le sue canzoni e per me è davvero unico». L’emozione le si legge in faccia, così come quella dei quattromila che questa sera , venerdì 6 marzo, sono accorsi al PalaWhirlpool di Varese per ascoltare le melodie e le storie di uno dei più grandi cantautori italiani. Dopo quasi sei anni infatti, è
tornato in città Francesco Guccini.

Con più di cinquant’anni di carriera sulle spalle, il “maestro” sembra infatti, non aver perso il carisma di sempre e chiama a se tantissimi fans, di vecchia e nuova generazione, rispecchiandosi come esponente di spicco della scuola dei cantautori italiani. «Ho già visto tantissimi concerti, lo seguo da sempre. E’ un simbolo per la mia generazione ed è parte della mia gioventù» mi dice Alfredo 50 anni. Poco distante incontro due ragazzi, Eugenio e Stefano, insieme non hanno
l’età di Alfredo: «E’ il nostro primo concerto di Guccini e e per noi rappresenta la musica italiana, è l’unico rimasto». Generazioni diverse unite dalla musica e dalla stessa passione per quel cantautore emiliano, capace di raccontare poesie su base musicale.
Gianluigi, 61 (nella foto a dx) anni è seduto per terra sotto il palco, tra la folla. «Lo seguo da sempre. Ha fatto canzoni e musiche che rappresentano parte della mia vita. Oggi non ci sono altri che potrebbero sostituirlo, anche perché Guccini non è ripetibile». Mentre gli parlo, un ragazzo interviene, mi vuole raccontare la sua. Si chiama Marco, ha 21 anni (nella foto in alto) e mi dice «Mi piace molto il Guccini cantautore e poeta, anche se lui non ama definirsi così. Le sue canzoni mi hanno fatto crescere, per il loro significato e per il modo in cui le
racconta. Non tanto per il senso politico, anche se è interessante come lo fa».

Gianluigi, 61 (nella foto a dx) anni è seduto per terra sotto il palco, tra la folla. «Lo seguo da sempre. Ha fatto canzoni e musiche che rappresentano parte della mia vita. Oggi non ci sono altri che potrebbero sostituirlo, anche perché Guccini non è ripetibile». Mentre gli parlo, un ragazzo interviene, mi vuole raccontare la sua. Si chiama Marco, ha 21 anni (nella foto in alto) e mi dice «Mi piace molto il Guccini cantautore e poeta, anche se lui non ama definirsi così. Le sue canzoni mi hanno fatto crescere, per il loro significato e per il modo in cui le

Giovani e meno giovani in un’unica grande folla, trepidanti di ascoltare quello che per alcuni è parte di vita e per altri è cantautore, poeta e artista. «Noi veniamo da Novara – mi dicono Matteo, Nicola e Mattia, sessant’anni in tre (nella foto a sn)– E’ il nostro primo concerto di Guccini e, per noi è uno dei più grandi cantautori italiani». Prende la parola Mattia «Lo conosco da quando sono piccolo perché mio papà lo ascolta sempre. Io sono cresciuto con le sue canzoni. Mi piace perchè è sempre attuale, dice cose vere e sensate. E’ unico».
Il concerto sta per iniziare, le luci si abbassano lievemente e la tensione inizia a salire. Tutti prendono posto e aspettano lui, Guccini. Gli occhi della folla si rivolgono verso il palco, in attesa che il cantautore inizi a cantare storie.
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