Agesp Servizi, il PD straccia le schede in consiglio comunale
Il gruppo consiliare "allibito" dalla votazione senza discussione sul consigliere di sorveglianza per la società. Minuetto in maggioranza: rinviato per l'opposizione forzista il regolamento sulle alienazioni di immobili
Scambio privato di cortesie in maggioranza, pubblico straccio di schede all’opposizione. Questo il risultato netto degli ultimi giorni di politica a Palazzo Gilardoni, tirate le somme dopo la seduta di consiglio comunale di ieri, dedicata in gran parte alla lunga discussione sul Piano di zona dei servizi sociali. Non era comunque quello dell’argomento che ha indotto i consiglieri del Partito Democratico allo "strappo" (fisico, non metaforico), bensì l’elezione del consigliere di sorveglianza per Agesp Servizi.
Più ancora che il nome poi effettivamente eletto dalla maggioranza, a scrutinio segreto e senza franchi tiratori, quello di Luciana Ruffinelli, a indignare il PD è stato il metodo. L’unanimità dell’assemblea era durata sì e no il minuto di silenzio per le vittime del terremoto. Assente il sindaco Farioli «per un impedimento improvviso», "maestro di cerimonie" il vice leghista Reguzzoni, la maggiore forza dell’opposizione è saltata su come punta da uno scorpione non appena si è affrontato il punto Agesp Servizi. La maggioranza, nominati gli scrutatori, ha subito iniziato il giro con l’urna senza nemmeno comunicare chi fosse il suo candidato, ossia il candidato unico. Il capogruppo PD Valerio Mariani (foto) ha espresso la sua indignazione per tanta mancanza di galateo istituzionale: «Sono allibito» ha detto mentre le schede si accumulavano nell’urna in pochi istanti, «di solito si vota dopo aver discusso e proposto, se lo stile è questo… Un atteggiamento allucinante il vostro, fa il paio con l’ultima volta che avete abbandonato l’aula lasciandoci soli a continuare i lavori» E va ricordato che quasi a titolo preventivo, sempre Mariani in giornata aveva attaccato sul fronte del conflitto d’interessi che il partito vede proprio in Agesp Servizi.
«Maggioranza? Opposizione? Qui si nomina un solo consigliere» faceva notare il presidente Speroni. Insomma con queste regole l’opposizione risulta una quantité négligeable. Nel centrodestra Diego Cornacchia condivideva le ragioni di Mariani e ricordava che a suo tempo aveva proposto, inascoltato di dare un consigliere di sorveglianza anche all’opposizione. A Corrado che parlava della Servizi come un enete «totalmente governato dalla maggioranza» rispondeva invece Reguzzoni ricordando che un consigliere (d’amministrazione) in quota minoranza c’è già e che forse non si era informato sulla composizione dei CdA. Non era di quello che si parlava, in ogni caso. L’opposizione ha alla fine fatto due nomi, pro forma:: Fontana di Busto Civitas ha proposto il redivivo Audio Porfidio («chi meglio di lui come consigliere di sorveglianza?»), per il PD Grandi ha proposto… il Tarlisu, sentendosi rispondere da Speroni che non si poteva votarlo perchè non è consigliere comunale – se ne riparla al prossimo Carnevale. Alla fine i consiglieri del PD, con gesto teatrale e sincronizzato, hanno stracciato le loro schede, trasformando un cestino in beffarda "urna".
Luciana Ruffinelli ha incassato tutti i voti della maggioranza, Porfidio tre voti della minoranza, Cislaghi uno. L’elezione della consigliera leghista si può considerare una sorta di scambio interno alla maggioranza. Agesp Servizi è la patrimoniale che la Lega ha voluto lottando con denti e unghie, e in cui ha piazzato Maria Paola Reguzzoni come amministratrice delegata. La componente forzista del PdL nelle ultime settimane si è invece impuntata sull’importantissimo regolamento per le alienazioni degli immobili comunali, elemento questo fondamentale nel bilancio preventivo votato il mese scorso. Il punto doveva essere all’ordine del giorno ieri sera, ma è stato rinviato: in commissione erano emerse tutte le perplessità dei berlusconiani che consideravano il documento da rivedere. Un braccio di ferro in maggioranza che si conclude in un pareggio: a perdere, come al solito, è la minoranza, e forse anche la dignità del consiglio comunale come luogo di confronto.
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